Nagorno Karabakh: l'asse geopolitico Russia-Turchia si rafforza sempre più. Putin ed Erdogan hanno avuto una telefonata sul cessate-il-fuoco, Siria e Libia
Nagorno Karabakh: l’asse geopolitico Russia-Turchia si rafforza sempre più. Putin ed Erdogan hanno avuto una telefonata sul cessate-il-fuoco, Siria e Libia
L’asse geopolitico tra Russia e Turchia si rafforza sempre più. Con i due Paesi protagonisti negli scenari caucasico, libico e siriano, la telefonata avvenuta nei giorni scorsi tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan pone le basi per un rapporto ancor più saldo sul fronte commerciale, economico e della gestione del coronavirus, con Mosca e Ankara che “coordineranno gli sforzi per lo sviluppo, la produzione e la gestione dei vaccini”.
Il punto sul Nagorno Karabakh
La recente fine delle ostilità tra le forze dell’Armenia e quelle dell’Azerbaijan sul Nagorno Karabakh, con Erevan sconfitta e obbligata al ritiro, è stata amministrata da russi e turchi che, secondo l’accordo sottoscritto, saranno anche responsabili del monitoraggio del cessate-il-fuoco. La presenza dei militari moscoviti sarà lunga — 5 anni che verranno automaticamente rinnovati salvo richieste contrarie entro i 6 mesi dalla scadenza —, così come si farà sentire anche quella turca.
Il Presidente russo ha informato il suo omologo di Ankara sulle attività dei peacekeepers della Federazione, intenti ad assicurare lo stop completo alle attività militari armene e azere, con entrambi in accordo sul ripristino delle infrastrutture locali, la preservazione dei luoghi di culto così come i siti culturali dell’area interessata. La realizzazione di un centro per il monitoraggio e la prevenzione di eventuali violenze è il punto principale del ruolo misto Russia-Turchia, con Erdogan che chiede che questo veda la luce il prima possibile.
Intanto, così come previsto dal testo dei 9 punti firmati al termine del conflitto, i distretti di Kalbacar e Agdam sono tornati sotto il controllo azero, con la cessione di quello di Lachin prevista per il 1° dicembre. In questa delicata fase, Russia e Turchia giocano il ruolo di supervisori, in un contesto che vede migliaia di sfollati spostarsi sul territorio. Sul fronte della popolazione civile, Putin ha parlato al telefono con il Primo Ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan e il Presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev, discutendo con loro nuove misure per assicurare aiuti umanitari.
Libia e Siria
Putin e Erdogan hanno inoltre approfondito le questioni relative a Libia e Siria, Paesi nei quali sia la Russia che la Turchia sono coinvolti direttamente, su fronti opposti. Sul Paese nord-africano, russi e turchi rimarcano la volontà di cooperare sia politicamente che militarmente al fine di proteggere l’integrità e l’unità territoriale dell’ex Giamahiria di Mu’ammar Gheddafi. Per quanto riguarda la Repubblica Araba di Siria governata da Bashar al-Assad, Putin e Erdogan concordano sulla necessità di passi concreti per giungere a una definitiva fine della guerra.
L’asse geopolitico tra Russia e Turchia si rafforza sempre più. Con i due Paesi protagonisti negli scenari caucasico, libico e siriano, la telefonata avvenuta nei giorni scorsi tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan pone le basi per un rapporto ancor più saldo sul fronte commerciale, economico e della gestione del coronavirus, con Mosca e Ankara che “coordineranno gli sforzi per lo sviluppo, la produzione e la gestione dei vaccini”.
Il punto sul Nagorno Karabakh
La recente fine delle ostilità tra le forze dell’Armenia e quelle dell’Azerbaijan sul Nagorno Karabakh, con Erevan sconfitta e obbligata al ritiro, è stata amministrata da russi e turchi che, secondo l’accordo sottoscritto, saranno anche responsabili del monitoraggio del cessate-il-fuoco. La presenza dei militari moscoviti sarà lunga — 5 anni che verranno automaticamente rinnovati salvo richieste contrarie entro i 6 mesi dalla scadenza —, così come si farà sentire anche quella turca.
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