3 aprile 2018 – Le notizie della settimana in Italia
Nuovo governo: a che punto siamo?
La pausa pasquale ha imposto dichiarazioni tattiche, che non rivelano nulla delle reali intenzioni dei due leader vincitori delle elezioni, alle prese con la necessità di un approccio pragmatico, da conciliare però con le rigidità dei rispettivi elettorati.
“Prima di presentarci dal Presidente Mattarella, abbiamo invitato i capigruppo delle altre forze politiche al confronto, per sapere prima se ci sono convergenze sui problemi importanti del Paese e posso dirvi che ci sono, sia a destra sia a sinistra. Ce lo aspettavamo. Perché le idee che portiamo avanti sono di buon senso e non hanno etichette ideologiche”, afferma Luigi Di Maio, in una diretta trasmessa sul proprio profilo Facebook.
Salvini, dal canto suo, apre sul reddito di cittadinanza: “Se il reddito di cittadinanza fosse pagare la gente per stare a casa no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì”. Per Salvini, è essenziale tenere a bordo Berlusconi, indigesto alla linea “rigore e onestà” dei 5 Stelle”.
Su ciò che accadrà nei prossimi giorni, è difficile fare previsioni, perché – come sempre in politica – non dipenderà solo dalla logica, ma anche da una serie numerosa di variabili, non ultimi i rapporti personali tra i due Cabezòn. Dal 4 aprile, avremo un mese di incontri ufficiali che chiariranno il quadro.
Banca d’Italia: record positivo del bilancio 2017
Questa settimana a Roma, Ignazio Visco, Governatore di Banca d’Italia, ha reso noti i dati di chiusura bilancio 2017. L’utile netto tocca il record di 3,9 miliardi, e ciò consente di dare allo Stato un dividendo di 3,36 miliardi e ai Partecipanti privati, banche, assicurazioni e Casse previdenziali privatizzate, 218 milioni.
Ai Partecipanti, che detengono il capitale dell’Istituto, spetta una quota degli utili non eccedente il 6%. Allo Stato, ha osservato Visco, la Banca verserà anche le imposte di competenza, pari a 1,56 miliardi quindi le somme complessivamente destinate all’Erario ammontano a 4,9 miliardi, un livello superiore di circa 1,5 miliardi rispetto a quello dello scorso anno. Anche la cedola pagata ai Partecipanti sarebbe più alta, pari a 340 milioni, ma quattro partecipanti, tra i quali Intesa San Paolo e UniCredit, hanno ancora quote superiori al 3% del capitale e quindi 122 milioni di dividendi vengono sterilizzati e incamerati tra le riserve di via Nazionale.
Per ciò che concerne i titoli di Stato italiani, Visco ha sottolineato una crescita del 4,5% (e di 112 miliardi di valore assoluto). Si raggiungono così i 358 miliardi.
@GiuScognamiglio
La pausa pasquale ha imposto dichiarazioni tattiche, che non rivelano nulla delle reali intenzioni dei due leader vincitori delle elezioni, alle prese con la necessità di un approccio pragmatico, da conciliare però con le rigidità dei rispettivi elettorati.