Per l’Fbi la Cina è il più grave pericolo a lungo termine. Pompeo valuta il blocco di TikTok, mentre Trump ufficializza il ritiro degli Usa dall’Oms
Un vero e proprio attacco congiunto dell’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump contro la Cina: gli Stati Uniti vedono in Pechinoil più grande pericolo esistenziale nel lungo periodo e, di conseguenza, valutano nuove misure che mirano a indebolire, oltre che le ICT company Huawei e Zte, persino il social network TikTok. In parallelo, come già preannunciato, l’inquilino della Casa Bianca ufficializza il ritiro degli States dall’Organizzazione mondiale della sanità, ritenuta troppo succube del Partito comunista cinese.
L’azione corale del Governo degli Stati Uniti contro il Paese di Xi Jinping si è rivelata in tutta la sua potenza nelle ultime ore, coinvolgendo l’Fbi, il Dipartimento di Stato e lo stesso Trump. Nel discorso tenuto all’Hudson Institute, il Direttore del Federal Bureau of Investigation Christopher Wray ha dichiarato che “nel lungo periodo, il più grande pericolo per la nostra nazione di carattere informativo, sulla proprietà intellettuale e della vitalità dell’economica proviene dalla Cina. Non possiamo tapparci occhi e orecchie”.
Secondo il Direttore dell’Fbi, il popolo degli Stati Uniti è vittima di un vero e proprio scippo su una scala talmente ampia che rappresenta il più grande trasferimento di ricchezza mai visto nella storia dell’umanità. Wray cita alcuni dati: le informazioni personali di 150 milioni di statunitensi — la metà dei cittadini Usa — sono state carpite dai militari cinesi all’azienda colosso del credito Equifax; ogni 10 ore, l’agenzia per l’investigazione con sede a Washington apre un caso di controspionaggio legato alla Cina ogni 10 ore; su 5000 casi di questo tipo, la metà sono legati a Pechino.
Wray spiega che “la Cina utilizza una serie di tecniche sofisticate, dalle intrusioni cibernetiche alla corruzione del personale”, portando avanti uno spionaggio industriale che vede vittima la proprietà intellettuale statunitense. Tra gli obiettivi, dall’equipaggiamento militare alle turbine a vento, passando per le ricerche sul riso e i semi di grano. Attraverso un programma, il Thousand Talents Program, il Governo cinese — secondo l’esponente Fbi — cerca di indurre scienziati Usa nel trasferimento delle scoperte e delle innovazioni verso Pechino, nonostante questo violi le leggi sul conflitto di interessi o del controllo sull’export.
Dal Truman Building, che ospita il Dipartimento di Stato, il Segretario Mike Pompeofa sapere che nel mirino del Governo c’è anche TikTok. Il capo degli esteri dell’amministrazione Trump ha affermato che l’app cinese è sotto esame, perché “scaricandola si consegnano informazioni private nelle mani del Partito comunista cinese”. TikTok risponde, ricordando a Pompeo che l’amministratore delegato del social è statunitense e che l’azienda “non ha mai consegnato informazioni private al Governo cinese”.
Nel frattempo si concretizza l’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità. La White House ha notificato all’agenzia Onu che dal 6 luglio 2021 non faranno più parte dell’Oms: l’ultimo schiaffo in ordine temporale di Trump alle organizzazioni internazionali e al multilateralismo. Ma Joe Biden, il candidato democratico che sfiderà il commander-in-chief il prossimo 3 novembre, non ci sta: “Gli americani sono più sicuri quando l’America è impegnata nel rafforzamento della salute globale. Nel mio primo giorno da Presidente” — ha scritto su Twitter — “ritorneremo a essere membri dell’Oms e ripristinerò la leadership degli Stati Uniti nel palcoscenico mondiale”.
Un vero e proprio attacco congiunto dell’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump contro la Cina: gli Stati Uniti vedono in Pechinoil più grande pericolo esistenziale nel lungo periodo e, di conseguenza, valutano nuove misure che mirano a indebolire, oltre che le ICT company Huawei e Zte, persino il social network TikTok. In parallelo, come già preannunciato, l’inquilino della Casa Bianca ufficializza il ritiro degli States dall’Organizzazione mondiale della sanità, ritenuta troppo succube del Partito comunista cinese.
L’azione corale del Governo degli Stati Uniti contro il Paese di Xi Jinping si è rivelata in tutta la sua potenza nelle ultime ore, coinvolgendo l’Fbi, il Dipartimento di Stato e lo stesso Trump. Nel discorso tenuto all’Hudson Institute, il Direttore del Federal Bureau of Investigation Christopher Wray ha dichiarato che “nel lungo periodo, il più grande pericolo per la nostra nazione di carattere informativo, sulla proprietà intellettuale e della vitalità dell’economica proviene dalla Cina. Non possiamo tapparci occhi e orecchie”.
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