Dopo gli ultimi avvenimenti, è giunta l’ora per le diplomazie di buona parte del mondo di rivoluzionare la geopolitica del Medio Oriente e superare definitivamente l’Accordo Sykes-Picot del 1916.
Neanche negli anni Venti del secolo scorso, al termine della Prima Guerra Mondale, risultò facile definire un nuovo assetto del Medio Oriente e delle aree contermini appartenute sino ad allora allo sconfitto Impero Ottomano. Il concerto delle potenze che avevano trionfato nel grande conflitto fu infatti costretto a riunirsi ben due volte, una prima a Sèvres nel 1919 e una seconda a Losanna nel 1923, per riuscire a definire le linee di una nuova carta geografica che si sperava potesse rivelarsi duratura…
La vittoria di Ataturk su coloro che miravano a intaccare anche il cuore storico della Turchia, aveva infatti reso impossibile tradurre in pratica le iniziali decisioni prese a Sèvres che, nel 1923, a soli quattro anni dalla loro adozione, risultavano già irrimediabilmente superate. Per chi ama rimarcare le ironie della storia, c’è da sottolineare come a Sèvres il trattato fosse stato firmato in una sala dello splendido Museo della Porcellana, rivelandosi a conti fatti ben più fragile di piatti, tazzine, zuccheriere e chicchere.
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Dopo gli ultimi avvenimenti, è giunta l’ora per le diplomazie di buona parte del mondo di rivoluzionare la geopolitica del Medio Oriente e superare definitivamente l’Accordo Sykes-Picot del 1916.