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Recovery Fund: il piano italiano


La nuova bozza del Next Generation EU sembra avere più spazio per investimenti, sanità, lavoro, turismo e comuni. Riuscirà l’Italia a non sprecare tali risorse?

La nuova bozza del Next Generation EU sembra avere più spazio per investimenti, sanità, lavoro, turismo e comuni. Riuscirà l’Italia a non sprecare tali risorse?

Con la diffusione della nuova bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza – cioè la declinazione italiana del Next Generation EU – il premier Conte sembra aver accolto alcune delle principali obiezioni sollevate da Matteo Renzi (e non solo da lui) rispetto alle prime previsioni del piano. Obiezioni che – prima o poi – avrebbero lasciato il cortile dove si azzuffano le forze della maggioranza di Governo e avrebbero raggiunto le cancellerie europee, da sempre preoccupate dell’effettiva capacità dell’esecutivo italiano di gestire con giudizio e lungimiranza una mole significativa di interventi e certamente succulenta. Nella nuova bozza sembrano esserci meno risorse destinate ai famigerati bonus (la quota complessiva scenda al 30%) e più spazio agli investimenti (che salgono al 70%, di cui un 40% al Mezzogiorno), un irrobustimento delle risorse per la sanità, le politiche attive del lavoro, il turismo e i comuni.

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