Il nuovo Corridoio di trasporto internazionale nord-sud dovrebbe velocizzare i collegamenti e rafforzare il commercio con l’India, passando per l’Iran. L’obiettivo del Presidente Putin è evitare il porto di Rotterdam e le sanzioni occidentali
Il mese scorso la Russia ha effettuato un test dell’INSTC, il Corridoio di trasporto internazionale nord-sud che dovrebbe velocizzare i collegamenti e potenziare il commercio con l’India, passando per l’Iran.
Nel suo intervento al sesto vertice del mar Caspio di fine giugno, alla presenza dei rappresentanti dei Paesi dell’Asia centrale e dell’Iran, il Presidente russo Vladimir Putin definito l’INSTC “un’arteria di trasporto da San Pietroburgo ai porti in Iran e in India”. Il Corridoio è lungo 7200 chilometri, e dovrebbe arrivare a coinvolgere la più ampia regione caspica.
Il test logistico dell’INSTC – riporta il quotidiano economico indiano The Economic Times – ha riguardato l’invio in India di due container di laminati di legno da quarantuno tonnellate. Il carico è partito da San Pietroburgo e arrivato al porto di Astrachan’, sul mar Caspio. Da lì è giunto al porto di Bandar-e-Anzali, in Iran, dopodiché è stato trasportato via terra al porto iraniano di Bandar Abbas, sullo stretto di Hormuz. Infine, è stato spedito verso il porto di Mumbai, nell’India occidentale.
Di solito, le merci dalla Russia verso l’Asia meridionale fanno un giro molto più lungo, passando per i porti di Rotterdam (Paesi Bassi), Anversa (Belgio), Valencia (Spagna) e Pireo (Grecia) e attraversando il canale di Suez.
I vantaggi dell’INSTC per la Russia
L’INSTC garantisce allora al commercio russo-indiano un risparmio di tempo: le spedizioni che seguono il Corridoio impiegano venticinque giorni per giungere a destinazione, invece dei soliti quaranta. E, forse, anche un vantaggio geopolitico: nel lungo periodo la rotta potrebbe diventare un’alternativa al canale di Suez e al Bosforo, riducendo la dipendenza di Mosca dai due stretti e rendendola meno vulnerabile alle sanzioni occidentali. Il porto di Rotterdam, il più grande in Europa, è infatti il principale esecutore delle restrizioni commerciali imposte contro il Cremlino.
L’INSTC potrebbe progredire una volta ultimata l’espansione della ferrovia trans-iraniana, che ridurrebbe i tempi di spedizione. E potrebbe, inoltre, evolvere in un progetto di connettività eurasiatico alternativo (per quanto su scala decisamente più ridotta) alla Belt and Road Initiative cinese, a cui l’India non vuole aderire per ragioni di rivalità regionale con Pechino.
Gli interessi di Iran e India sul porto di Chabahar
In un articolo pubblicato questa settimana sul portale Eurasia Review a firma dell’analista militare indiano Patial RC si legge che l’Iran e l’India si sono buttate sull’INSTC anche per aggirare il progetto del gasdotto TAPI (fra Turkmenistan, Afghanistan, Pakistan e India), che tarda a concretizzarsi.
Teheran e Nuova Delhi stanno continuando a discutere dei piani di sviluppo congiunto del porto di Chabahar, nell’Iran meridionale, che ambisce a diventare proprio un polo per la commercializzazione degli idrocarburi centroasiatici. L’India vorrebbe che l’infrastruttura rientrasse nel Corridoio di trasporto nord-sud. E Putin, similmente, disse che la Russia ha interesse a fare della regione del Caspio un hub energetico e logistico.