Tbilisi, il sogno di Salomé
Salomé Zurabishvili è la prima Presidente donna della Georgia. Ex diplomatica, ha l'accento francese e vuole portare il Paese in Ue
Salomé Zurabishvili è la prima Presidente donna della Georgia. Ex diplomatica, ha l’accento francese e vuole portare il Paese in Ue
A Tbilisi, in Europe Square, i vessilli georgiani e quelli dell’Unione Europea sventolano gagliardamente l’uno accanto all’altro, formando un cerchio guizzante in cui al blu comunitario si uniscono il bianco e il rosso, i colori tradizionali della Georgia. Da queste parti, quando si parla della possibile adesione della Georgia all’Unione Europea, la gente del posto sorride tra sé, come se si trattasse di un argomento leggero, di una sciocchezza qualunque di cui discutere in una delle innumerevoli vinerie della capitale.
Chi ama parlare di Europa è certamente Salomè Zurabishvili, una ex diplomatica nata in Francia che negli scorsi mesi, dopo una vivace e controversa campagna elettorale, è stata eletta Presidente della Georgia, divenendo la prima donna a ricoprire tale incarico nella storia dell’ex repubblica sovietica. Nelle ore immediatamente successive alla sua elezione, Zurabishvili ha affermato che la Georgia «ha scelto l’Europa», dichiarandosi pronta a perseguire l’obiettivo dell’adesione all’Ue (e alla Nato) con il supporto di alcuni partner strategici, tra i quali gli Stati Uniti. La 67enne resterà in carica fino al 2024, e il suo successore – dopo la riforma costituzionale del 2017 – verrà selezionato da un collegio elettorale composto da 300 membri.
La famiglia Zurabishvili fuggì dalla Georgia nel 1921, quando il Paese finì sotto il controllo dei bolscevichi, dando alla luce la figlia a Parigi soltanto molti anni dopo, nel 1952. Salomè Zurabishvili ebbe successivamente modo di studiare relazioni internazionali in un prestigioso istituto della capitale, divenendo una delle figure più apprezzate negli ambienti diplomatici francesi. Dopo le esperienze negli Stati Uniti e nel Chad, nel 2003 Zurabishvili ottenne l’incarico di ambasciatrice francese proprio a Tbilisi, in Georgia, dove venne in seguito nominata Ministro degli Esteri dall’ex Presidente Saakashvili.
Nonostante parli il georgiano con un forte accento francese, la neo Presidente dovrà dunque cercare di guadagnarsi il favore dei 4 milioni di individui che compongono l’odierna società della Georgia, superando l’iniziale diffidenza con cui era stata riaccolta nella sua nazione d’origine. Nel corso del suo mandato, l’ex diplomatica 67enne cercherà di seguire l’esempio della collega Vaira Vike-Freiberga, ex Presidente della Lettonia (come lei cresciuta all’estero), che riuscì a portare il suo Paese verso l’adesione alla Nato e all’Unione Europea.
Quello di Salomè Zurabishvili, lo scorso novembre, è stato un vero e proprio trionfo: l’ex diplomatica ha infatti vinto le presidenziali con il 59.52% dei voti, superando di gran lunga il suo principale avversario, Grigol Vashadze, fermatosi al 40.48% delle preferenze. I partiti d’opposizione hanno contestato sin da subito i risultati del voto, denunciandone l’irregolarità e richiedendo l’anticipazione delle elezioni parlamentari previste per il 2020. Salomè Zurabishvili è stata eletta con il partito Sogno Georgiano, fondato dall’uomo più ricco del Paese, Bidzina Ivanishvili, da molti ritenuto il vero burattinaio della politica georgiana. Indipendentemente dalle contestazioni, in ogni caso, la volontà di Zurabishvili di portare la Georgia verso l’Europa è apparsa evidente sin da subito, ed è stata confermata anche dalle sue dichiarazioni successive.
Le ambizioni europee del nuovo Presidente, tuttavia, potrebbero essere ostacolate dal nodo relativo all’Abkhazia e all’Ossezia del Sud, le due regioni separatiste in cui continuano a permanere le truppe della Russia, con la quale la Georgia ha da tempo interrotto le relazioni diplomatiche. Le due regioni sono internazionalmente riconosciute come parte integrante della Georgia, ma la Russia, dopo la breve guerra del 2008 con Tbilisi, ne ha riconosciuto l’indipendenza insieme a pochissimi altri Stati. Secondo la Presidente Zurabishvili, al momento, non esisterebbero le condizioni per ripristinare i rapporti con Mosca e la situazione sembrerebbe destinata a rimanere la stessa ancora a lungo.
Al crocevia tra est e ovest, nel cuore del Caucaso, la Georgia ha conquistato l’indipendenza dall’Urss nel 1991, ma l’influenza di Mosca negli affari georgiani continua a perdurare, anche a distanza d’anni. Una parte consistente della dialettica politica, in Georgia, ruota infatti attorno alle capacità dei singoli partiti di contrastare i condizionamenti (reali o meno) della Russia.
Indipendentemente da tutto il resto, le relazioni tra Georgia e Unione Europea sembrerebbero già abbastanza solide. L’Ue è il maggior partner commerciale di Tbilisi e nel corso degli ultimi anni si sono compiuti significativi passi avanti anche in materia di integrazione economica e di assistenza finanziaria. Nonostante l’intensificarsi dei contatti e la buona volontà di Zurabishvili, in ogni caso, il percorso per una piena integrazione della Georgia nell’Unione Europa appare ancora abbastanza lungo.
«L’enfasi posta da Zurabishvili sulla scelta della Georgia per l’Europa è un messaggio chiaro», spiega un portavoce dell’Unione Europea. «Ciò risulta anche dalla conferma, da parte di Zurabishvili, che la sua prima visita all’estero sarà proprio in Unione Europea. Accogliamo con favore questo impegno per far progredire ulteriormente l’associazione politica e l’integrazione economica tra l’Ue e la Georgia, e non vediamo l’ora di cooperare con il Presidente Zurabishvili».
Uno degli aspetti più caratterizzanti di Salomè Zurabishvili, nelle prime settimane dopo la sua elezione, è stato il suo approccio intransigente verso la Federazione Russa, specialmente per quel che riguarda l’annosa questione relativa all’Abkhazia e l’Ossezia del Sud. Forte del sostegno del Parlamento Europeo, che nel giugno del 2018 ha approvato una risoluzione che domandava alla Russia di riconsiderare la sua scelta di riconoscere l’indipendenza delle due regioni, la neo Presidente ha affrontato più di una volta il tema dell’occupazione russa, arrivando a definirla “inaccettabile” e a rivolgere aspre critiche all’atteggiamento di Mosca nella regione.
Il fatto che le Istituzioni Europee sembrino bendisposte verso la Georgia, anche in una questione estremamente delicata come l’integrità territoriale, è senz’altro un segnale positivo, specialmente se si considerano le ambizioni di Tbilisi di volersi aprire sempre più all’Occidente. La mancanza di prospettive reali per una risoluzione della questione, tuttavia, potrebbe ostacolare l’avvicinamento di Tbilisi all’Ue, in particolare se non si compiranno significativi passi avanti nel medio periodo.
«L’adesione all’Unione Europea rappresenta una delle priorità per il Governo georgiano» – afferma Alex Melikishvili, Principal Research Analyst per la compagnia di ricerca IHS Markit – «È un obiettivo lontano, e certamente Tbilisi è ben consapevole che al momento l’Ue è occupata con questioni molto più urgenti. In ogni caso, l’Ue rimane molto popolare tra i georgiani, come risulta evidente da molti recenti sondaggi, compreso quello condotto nel giugno 2018, che ha rilevato che l’Ue, in effetti, è persino più popolare della Nato».
Il dossier relativo all’adesione della Georgia all’Ue è certamente complesso, ma una figura del calibro di Salomè Zurabishvili, con la sua lunga esperienza da diplomatica e le sue preziose conoscenze negli ambiti internazionali, sembra senz’altro quella più adatta a gestirlo, forse più di chiunque altro. Il suo intero mandato, in ogni caso, verrà giudicato dai risultati che si otterranno in politica estera, un tema sul quale la Zurabishvili ha basato gran parte della propria comunicazione politica.
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di marzo/aprile di eastwest.
Salomé Zurabishvili è la prima Presidente donna della Georgia. Ex diplomatica, ha l’accento francese e vuole portare il Paese in Ue
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