Nuove tensioni tra Stati Uniti e Cina. Washington invia una nave da guerra. Pechino avverte di essere pronta a impedire l’indipendenza di Taiwan con qualunque mezzo
Gli Stati Uniti hanno inviato ieri una nave da guerra verso lo stretto di Formosa, il braccio di mare tra Cina e Taiwan. La mossa americana arriva a distanza di un giorno dalle dichiarazioni di Pechino, che ha fatto sapere di essere pronta alla guerra nel caso in cui qualcuno – tradotto: gli Stati Uniti – cercasse di separare Taiwan dalla Cina.
La Cina infatti non riconosce Taiwan come uno Stato sovrano, ma considera l’isola come una provincia “ribelle”, ossia come parte del suo territorio. E dice di voler giungere a una riunificazione pacifica, anche se non ha rinunciato all’uso della forza. Gli Stati Uniti sono coinvolti nella questione perché, pur non riconoscendo Taiwan e non avendo dunque rapporti diplomatici formali, ne sono i primi fornitori di armi.
Mercoledì scorso la Cina ha minacciato ritorsioni verso gli Stati Uniti per aver recentemente approvato la vendita di armi e mezzi militari (missili e carri armati, ad esempio) a Taiwan per 2,2 miliardi di dollari. Pechino ha accusato Washington di “minare la stabilità strategica globale”: lo stretto di Formosa è una zona altamente militarizzata e Pechino – come detto – considera qualsiasi passo verso l’indipendenza di Taiwan come un attacco alla propria sicurezza nazionale e alla propria integrità territoriale.
Inviando la nave nello stretto, gli Stati Uniti dicono di voler ribadire il loro impegno per un’Indo-Pacifico libero e aperto, ovvero per il mantenimento della libertà di navigazione nel Mar cinese meridionale, dove la Cina si sta espandendo con una certa aggressività.
L’amministrazione Trump si è avvicinata parecchio a Taiwan: l’isola possiede di per sé un’importanza strategica data la sua posizione, ma è utile agli interessi americani anche alla luce dello scontro commerciale e geopolitico in atto con la Cina.
@marcodellaguzzo
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