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Sudafrica: l’insicurezza alimentare non è una novità


In Sudafrica le disuguaglianze e l'insicurezza alimentare riemergono durante il periodo di lockdown. Già prima della pandemia, 13 milioni di persone avevano accesso limitato al cibo

“Una pistola l’avete?” mi ha chiesto Jan all’indomani dell’inizio del lockdown in Sudafrica.

Dopo il discorso del Presidente Ciryl Ramaphosa, il 15 marzo 2020, scenari di rivolta hanno iniziato ad affollare le preoccupazioni degli abitanti dei quartieri benestanti. La polizia e l’esercito sono stati schierati nelle zone ad alta densità di popolazione, creando così un cordone sanitario attorno alle township che non può non ricordare il passato isolamento di diversa natura dell’Apartheid, una similitudine resa ancor più vivida dall’incapacità delle forze dell’ordine di trattenere i propri eccessi di violenza. In un Paese in cui le diseguaglianze economico-sociali non riescono a nascondersi dietro i muri elettrificati, il rischio di disordini è, in effetti, concreto. Ma pensare a una pistola per far fronte a un’epidemia rivela molti aspetti del Paese in cui vivo, dove la popolazione povera è vista da chi non lo è come una minaccia costante.

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