Dopo le tensioni geopolitiche, si riunisce il Consiglio voluto da Biden e von der Leyen per obiettivi comuni nella gestione economica e dei nuovi sistemi
Prima del meeting di Pittsburgh, il Commissario al Commercio Valdis Dombrovskis ha ricordato che “i futuri conflitti saranno combattuti diversamente. La sfida per la supremazia tecnologica sarà il nuovo campo di battaglia della geopolitica”. In sostanza, questa affermazione riassume gli obiettivi di lungo termine del primo incontro dell’EU-US Trade and Technology Council, il framework ideato dai Presidenti Joe Biden e Ursula von der Leyen per decidere il da farsi sul futuro delle relazioni commerciali in campo tecnologico tra Washington e Bruxelles, nel quadro di un mercato, quello che unisce le due sponde dell’Atlantico, composto da 780 milioni di persone che condividono valori democratici e la più grande relazione economica al mondo.
Come spiega una nota della Casa Bianca, la scorsa settimana “Stati Uniti e Unione europea hanno deciso di coordinarsi su una serie di questioni economiche e tecnologiche ritenute critiche e della massima importanza”: sullo sfondo, il confronto con la Cina, da affrontare unitariamente per poter mantenere l’influenza in questi ambiti, basandosi su princìpi democratici. Un’unità necessaria, che ha rischiato di collassare nelle scorse settimane per via del patto Aukus che, di fatto, esclude la presenza europea — tramite la Francia — nell’Indo-Pacifico, portando Parigi a veementi proteste tanto da mettere in dubbio lo svolgimento stesso dell’incontro di Pittsburgh.
Il primo incontro del TTC vuol essere immediatamente propedeutico alle decisioni, che si potrebbero già prendere al prossimo, sui temi delle pratiche distorsive, della produzione di semiconduttori, di screening sugli investimenti, di controllo sull’export, dell’intelligenza artificiale. Il tutto per promuovere i diritti dei lavoratori, combattere il lavoro forzato e quello minorile, tutelare i cittadini dalle economie non di mercato che minano il sistema commerciale mondiale. La Cina, appunto, nel mirino di Stati Uniti e Unione europea.
“Il nostro compito al Trade and Technology Council è quello di creare una visione convincente per il commercio globale e la tecnologia, capace di servire la nostra gente, proteggere i nostri interrasse e rafforzare lo spirito per l’innovazione. Raggiungere questi obiettivi rafforza anche i valori democratici e il rispetto per i diritti umani”, ha affermato il Segretario di Stato Antony Blinken in un passaggio del suo discorso al meeting con i partner europei.
Margrete Vestager, Commissaria alla Concorrenza, si è detta “incoraggiata dal meeting: il Consiglio per il Commercio e la Tecnologia ha davvero le potenzialità per grandi risultati”. Per il collega Dombrovskis il TTC “è una pietra miliare nelle relazioni transatlantiche. Decidere insieme gli standard e le regole per il 21° secolo supporterà le nostre economie, i nostri lavoratori e i nostri consumatori”. Sarà fondamentale il coordinamento stretto tra le due sponde dell’Atlantico: per le relazioni Washington-Bruxelles il momento è critico tanto quanto lo sono le questioni di carattere economico e tecnologico. Uno sgarbo, come quello verso la Francia sul caso dei sottomarini, rallenta il processo di maturazione della fiducia, flebilmente riconquistata con la nuova amministrazione in carica.
Come spiega una nota della Casa Bianca, la scorsa settimana “Stati Uniti e Unione europea hanno deciso di coordinarsi su una serie di questioni economiche e tecnologiche ritenute critiche e della massima importanza”: sullo sfondo, il confronto con la Cina, da affrontare unitariamente per poter mantenere l’influenza in questi ambiti, basandosi su princìpi democratici. Un’unità necessaria, che ha rischiato di collassare nelle scorse settimane per via del patto Aukus che, di fatto, esclude la presenza europea — tramite la Francia — nell’Indo-Pacifico, portando Parigi a veementi proteste tanto da mettere in dubbio lo svolgimento stesso dell’incontro di Pittsburgh.