L’endorsement di Klobuchar e Buttigieg spinge l’ex Vice Presidente, ma Sanders tiene grazie alla vittoria in California e al pareggio in Texas
Si è delineato un chiaro testa a testa tra Bernie Sanders e Joe Biden nella corsa per la nomination del candidato democratico che sfiderà Donald Trump il 3 novembre 2020. Il Super Tuesdayha chiarito molti aspetti — ma non tutti — in vista dei prossimi mesi, dove ancora 2/3 dei delegati saranno a disposizione in vista della convention di Milwaukee, in Wisconsin.
Amy Klobuchar e Pete Buttigieg, dopo aver abbandonato le rispettive velleità d’elezione nelle primarie, hanno appoggiato il team Biden, permettendo all’ex Vice Presidente di Barack Obama di conquistare l’Arkansas, il North Carolina, il Minnesota, l’Oklahoma, il Tennessee e la Virginia. Biden vince anche in Alabama col 63% dei voti, risultato ampiamente atteso e, sorprendentemente, conquista il Massachusetts di Elisabeth Warren: su 91 delegati a disposizione, 33 vanno all’ex Vice Presidente, 24 al Senatore del Vermont e solo 14 — pari al 20,9% dei consensi — alla Senatrice.
La candidata progressista dovrà seriamente valutare la sua posizione: potrà, infatti, essere estremamente utile nelle fila di Sanders. Con i voti della Warren, oggi Sanders avrebbe qualche delegato in più, in quella che si prospetta una nomination incandescente. E, soprattutto, compatterebbe il fronte di sinistra, che nel Super Tuesday è arrivato diviso, col risultato positivo dei cosiddetti moderati arrivato grazie all’unità d’intenti.
Sanders, il candidato più a sinistra dei Democratici che ha ben figurato negli early voting States, primo nella storia delle primarie ad aver conquistato il voto popolare in Iowa, New Hampshire e Nevada, vince in California, Colorado, Utah e nel suo Stato, quel Vermont che l’ha visto crescere sempre più politicamente, da sindaco di Burlington a massimo rappresentante del territorio.
La California è lo Stato con il più alto numero di delegati, 415: Sanders stacca ampiamente Biden, permettendogli di recuperare il terreno perduto nelle altre votazioni del Super Tuesday. Il Senatore del Vermont figura molto bene nel voto ispanico, che rappresenta il 37% dell’elettorato, mentre sembra avere ancora difficoltà tra i black voters.
È sostanzialmente di parità il risultato in Texas, che mette a disposizione 228 delegati, e nel Maine. Nelle prossime ore si avrà il quadro definitivo della ripartizione dei numeri dei singoli Stati, che vedrà alla fine uno scarto di meno di 100 delegati tra Biden e Sanders. L’elettorato del Partito Democratico è più diviso che mai.
Male, malissimo Michael Bloomberg, che vince solo nelle lontanissime Samoa Americane. L’ex sindaco di New York ha speso più di 500 milioni di dollari per la sua comparsata nelle primarie democratiche. Circolano già voci di un suo ritiro, prontamente smentite. Ma, a questo punto, solo un miracolo — o una decisione imposta dall’alto — potrebbe garantirgli la nomina a candidato democratico per le presidenziali di novembre.
Si è delineato un chiaro testa a testa tra Bernie Sanders e Joe Biden nella corsa per la nomination del candidato democratico che sfiderà Donald Trump il 3 novembre 2020. Il Super Tuesdayha chiarito molti aspetti — ma non tutti — in vista dei prossimi mesi, dove ancora 2/3 dei delegati saranno a disposizione in vista della convention di Milwaukee, in Wisconsin.
Amy Klobuchar e Pete Buttigieg, dopo aver abbandonato le rispettive velleità d’elezione nelle primarie, hanno appoggiato il team Biden, permettendo all’ex Vice Presidente di Barack Obama di conquistare l’Arkansas, il North Carolina, il Minnesota, l’Oklahoma, il Tennessee e la Virginia. Biden vince anche in Alabama col 63% dei voti, risultato ampiamente atteso e, sorprendentemente, conquista il Massachusetts di Elisabeth Warren: su 91 delegati a disposizione, 33 vanno all’ex Vice Presidente, 24 al Senatore del Vermont e solo 14 — pari al 20,9% dei consensi — alla Senatrice.
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