L’annuncio arriva dopo un periodo di prova di otto mesi. Il progetto punta a conservare la rilevanza globale del sistema nei pagamenti finanziari, andando a ostacolare la concorrenza della Cina e dello yuan digitale
Dopo un periodo di prova durato otto mesi, Swift – la società che gestisce l’omonimo sistema di messaggistica finanziaria, impostosi come standard internazionale – ha definito il suo progetto per la creazione di una rete globale di valute digitali delle banche centrali.
Nell’ultimo mese di sperimentazione sono state coinvolte le banche centrali di Francia e Germania, oltre a diversi istituti di credito come HSBC, UBS e Standard Chartered. Stando alle stime dell’Atlantic Council, circa il 90% circa delle banche centrali nel mondo sta attualmente utilizzando, sperimentando o valutando l’introduzione di valute digitali.
Una valuta digitale è un’unità di scambio che viene generata, depositata e trasferita in maniera elettronica, e che viene emessa e sostenuta da una banca centrale: una criptovaluta, al contrario, è anonima e decentralizzata. Uno degli scopi principali di una valuta digitale della banca centrale (o central bank digital currency) è proprio quello di rispondere alla diffusione delle monete basate sulla crittografia. Ma non solo: c’è anche la volontà di includere nel mercato finanziario tutte quelle persone che non possiedono un conto in banca e – da una prospettiva geopolitica – l’ambizione di promuovere il ruolo internazionale della singola valuta (euro, dollaro o yuan, a seconda dei casi) attraverso una maggiore circolazione all’estero.
La sperimentazione di Swift proseguirà l’anno prossimo, con test ancora più avanzati. Il progetto assomiglia, semplificando molto, a una ruota di bicicletta: le banche centrali e gli istituti di credito sono come dei raggi che si collegano a un hub posto al centro. Disporre di una sola connessione globale principale, invece che di migliaia di connessioni singole, offre un vantaggio di efficienza.
Al di là delle questioni finanziarie e tecnologiche, il progetto di Swift è importante anche da un punto di vista geopolitico perché punta a conservare la rilevanza globale del suo sistema nei pagamenti finanziari, andando a ostacolare la concorrenza della Cina e del suo yuan digitale. Pechino già possiede una rete propria per i pagamenti transfrontalieri in yuan con entità cinesi: il Cross-Border Interbank Payment System (Cips). Lanciato nel 2015, è utilizzato da 1280 enti finanziari in oltre cento paesi paesi e si stima che gestisca transazioni per 50 miliardi di dollari al giorno. I numeri dello Swift, però, sono molto più alti: viene utilizzato in più di duecento paesi, connette oltre 11.500 banche e fondi e gestisce ogni giorno transazioni per 400 miliardi.
Il Cips cinese, inoltre, è ancora largamente dipendente dallo Swift per la messaggistica finanziaria transfrontaliera: non rappresenta dunque – almeno allo stato attuale – un’alternativa allo standard vigente. Uno dei motivi è che lo yuan non ha lo status di valuta globale come il dollaro, e quindi le banche internazionali non avvertono l’urgenza di utilizzare una rete alternativa dedicata alle entità cinesi fuori dal Paese.
Nell’ultimo mese di sperimentazione sono state coinvolte le banche centrali di Francia e Germania, oltre a diversi istituti di credito come HSBC, UBS e Standard Chartered. Stando alle stime dell’Atlantic Council, circa il 90% circa delle banche centrali nel mondo sta attualmente utilizzando, sperimentando o valutando l’introduzione di valute digitali.