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Togo: democrazia di facciata e golpe istituzionale


Alle elezioni parlamentari del 29 aprile, la vittoria del partito del presidente Faure Gnassingbè è stata assoluta: 108 su 113 seggi. A pochi giorni dalla vittoria Gnassingbè ha firmato una nuova costituzione che gli garantisce il potere senza limiti di mandati.

In Togo, il partito Unione per la Repubblica (UNIR) ha vinto le elezioni legislative che si sono tenute il 29 aprile, per rinnovare il Parlamento. La vittoria dell’UNIR è stata assoluta: la formazione, che è guidata dal presidente Faure Gnassingbé, ha conquistato infatti la quasi totalità dei seggi, 108 su 113. Il risultato del voto è stato reso noto sabato 4 maggio, mentre nei giorni successivi è stato annunciato che il partito di Gnassingbé ha ottenuto una forte maggioranza anche al Senato, grazie al voto regionale.

Il risultato delle elezioni non sorprende e certifica una volta di più non soltanto il fatto che in Togo la democrazia esiste soltanto di facciata, ma anche che il sistema del Paese sia più simile ad una monarchia che non ad un classico regime autoritario. La famiglia Gnassingbé è infatti al potere in Togo da oltre cinquant’anni. Tra il 1969 e il 2005 il potere era rimasto saldamente nelle mani di Étienne Eyadéma Gnassingbé, che lo aveva ottenuto attraverso un colpo di stato militare. Al momento della sua morte, nel 2005, il testimone era passato al figlio Faure: l’attuale presidente aveva ereditato la carica del padre, nonostante le proteste popolari e il fatto che nessuna norma prevedesse questa eventualità.

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