Transizione ecologica: Draghi recupera il tempo perduto
Il Governo Draghi ha in agenda una vera e propria rivoluzione ambientale, un grande progetto di sostenibilità: in ritardo di 51 anni rispetto ai cugini francesi
Il Governo Draghi ha in agenda una vera e propria rivoluzione ambientale, un grande progetto di sostenibilità: in ritardo di 51 anni rispetto ai cugini francesi
Dopo la lotta alla pandemia e la gestione del Next Generation EU Plan, il Governo Draghi ha in agenda una serie di riforme cruciali per il futuro del Paese. Una di queste – quasi un sigillo – riguarda l’ambiente. Si potrebbe parlare, a proposito dell’esecutivo dell’ex governatore della Bce, di Governo della “bioeconomia”. Il Ministero chiave è certamente quello detto della Transizione ecologica, tanto caro ai 5 Stelle, affidato a Roberto Cingolani, sull’onda dell’analogo dicastero francese, istituito nel 1970 e oggi guidato dalla Ministra “verde” di origine italiana Barbara Pompili.
Ma che cos’è la “bioeconomia”, alla base di un Ministero che noi scopriamo mezzo secolo dopo? È la concezione industriale che supera il “paradigma lineare” di produzione (materia prima, prodotto finito, rifiuti da smaltire nell’ambiente) per adottare un “paradigma di economia circolare”, tanto caro agli economisti francesi (da Jacques Attali a Jean-Paul Fitoussi).
La “transizione ecologica” inizia dai nostri comportamenti quotidiani, da uno stile di vita, come l’essere attenti agli sprechi di acqua, all’uso della plastica, agli investimenti sostenibili e così via, per diventare un grande piano nazionale che comprende, oltre all’economia circolare, la digitalizzazione e le politiche che favoriscono l’efficientamento energetico di aspetti fondamentali della nostra vita sociale (i trasporti, l’edilizia, le modalità di produzione industriale e agricola). Ovvio che si tratterà di un grande progetto di sviluppo, di investimenti e di defiscalizzazione per pratiche virtuose e innovazioni industriali basate sulla sostenibilità.
Draghi, nella sua visione di un mondo interconnesso – dove la sovranità di un Paese deve essere protetta dall’Unione europea (altrimenti, come ha spiegato nella Lectio magistralis tenuta all’Università di Bologna il 22 febbraio 2019, diventa sovranismo e soccombe ai giganti della globalizzazione, come la Cina) – sa che non c’è più tempo da perdere. Non riformare il Paese: stare fermi – quella che Draghi definisce “inazione” – genera costi enormi. Tutta l’azione politica del nuovo esecutivo, nelle intenzioni del premier, dovrebbe portare a una sorta di rifondazione economica e sociale in chiave europea. La sfida che ha davanti Super Mario è proprio questa: recuperare il tempo perduto.
Il Governo Draghi ha in agenda una vera e propria rivoluzione ambientale, un grande progetto di sostenibilità: in ritardo di 51 anni rispetto ai cugini francesi
Dopo la lotta alla pandemia e la gestione del Next Generation EU Plan, il Governo Draghi ha in agenda una serie di riforme cruciali per il futuro del Paese. Una di queste – quasi un sigillo – riguarda l’ambiente. Si potrebbe parlare, a proposito dell’esecutivo dell’ex governatore della Bce, di Governo della “bioeconomia”. Il Ministero chiave è certamente quello detto della Transizione ecologica, tanto caro ai 5 Stelle, affidato a Roberto Cingolani, sull’onda dell’analogo dicastero francese, istituito nel 1970 e oggi guidato dalla Ministra “verde” di origine italiana Barbara Pompili.
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