Delicato passaggio di consegne in piena invasione russa. Pesano i report sulla corruzione. Israele apre all’invio del sistema difensivo Iron Dome. L’ex Pm Bennett: “Putin ha promesso di non uccidere Zelensky”
Le ipotesi sulla sostituzione del Ministro della Difesa dell’Ucraina Oleksii Reznikov con il capo dell’intelligence Kyrylo Budanov scuotono il Governo di Volodymyr Zelensky nel pieno dell’invasione della Russia e delle polemiche legate alla corruzione negli ambienti dell’esecutivo di Kiev. La notizia è trapelata nelle scorse ore tramite il canale Telegram del leader del partito di maggioranza David Arakhamiya, che ha esplicitato la necessità di controllo da parte di personale tecnico piuttosto che politico di una posizione come quella di supervisore dell’apparato difensivo.
“In questa fase, non servono politici ma militari di carriera. Il nemico si sta preparando per lanciare un’offensiva, noi, per difenderci e riprenderci quel che è nostro”, ha scritto Arakhamiya. Ministro da novembre 2021, Reznikov è stato travolto dall’inchiesta giornalistica che ha evidenziato la corruzione strisciante tra i suoi sottoposti, che avrebbero gonfiato i prezzi per l’acquisto di materiali d’ufficio e generi alimentari, intascando la differenza.
Non sarebbe bastato il licenziamento di un vice e altre figure apicali per tutelare la sua posizione, ma è bene sottolineare che è l’intero Governo Zelensky sotto pressione nella gestione di una serie di casi di corruzione, che hanno portato il Presidente al cambio di vari funzionari. L’attuale Ministro della Difesa verrebbe spostato al dicastero per le industre strategiche ma, come da lui stesso dichiarato, “se improvvisamente ricevessi l’offerta da parte del Presidente dell’Ucraina per questo ruolo, rifiuterei perché non ho l’esperienza adatta”.
Per l’ufficialità del cambio di Reznikov con Budanov bisogna attendere il voto del Parlamento, che dovrebbe essere calendarizzato per i prossimi giorni. È stata generalmente riconosciuta a Reznikov la capacità di convincimento verso le forze alleate di consegna di strumenti per combattere l’invasione russa, tra i quali potrebbe annoverarsi nei prossimi mesi persino Iron Dome, l’efficace sistema anti-missile in dotazione di Israele. Benjamyn Netanyahu ha finora evitato di schierarsi apertamente con Kiev, nel delicato equilibrio di rapporti con Mosca. Ciononostante, intervistato dal canale francese LCI, ha ammesso che il suo Governo sta esplorando la possibilità di consegnare Iron Dome. “La questione dell’invio di armi è stata rifiutata dal precedente Governo. Sto studiando la materia per dare risposte in maniera adeguata”, ha detto il Primo Ministro, ammettendo però che “il contributo di Israele arriverà probabilmente in altre aree”.
Intanto, fanno discutere le parole del suo predecessore, Naftali Bennett. Al giornalista Hanoch Daum, l’ex Pm ha raccontato di aver esplicitamente chiesto a Vladimir Putin se avesse l’intenzione di assassinare Zelensky. “Ha detto che non lo ucciderà. Gli ho chiesto se mi potesse promettere che non l’avrebbe fatto e ha ribadito che non lo avrebbe ucciso”. Della questione Bennett ha informato lo stesso Presidente ucraino. “Sei sicuro?”, ha chiesto Zelensky all’allora Primo Ministro israeliano, che ha risposto: “Al 100%. Non ti ucciderà”.