Il 23 luglio la Cina festeggerà il centesimo anniversario della fondazione del Partito comunista. L'impatto economico della cultura popolare sudcoreana. Il Pil lascia spazio al Pel, Prodotto Ecosistemico Lordo
Il 23 luglio la Cina festeggerà il centesimo anniversario della fondazione del Partito comunista. L’impatto economico della cultura popolare sudcoreana. Il Pil lascia spazio al Pel, Prodotto Ecosistemico Lordo
Cina: il centenario del Pcc
Il 23 luglio la Cina festeggerà il centesimo anniversario dalla fondazione del Partito comunista cinese (Pcc), istituito a Shanghai da un gruppo all’epoca clandestino e divenuto negli anni il Partito comunista più longevo e di successo della storia. La preparazione a questo evento si sta portando avanti con le tecniche un po’ ossessive care al Partito stesso ovvero, con una propaganda sempre più intensa e martellante, e che cerca soprattutto di garantire l’appoggio delle “masse popolari” (per usare termini da Partito comunista) affinché il futuro del Partito stesso resti solido. Così, a tutte le televisioni nazionali e alle sale cinematografiche è stata ordinata una quota minima di film patriottici e agiografici del Partito e della sua storia, mentre le città cinesi sono ora tappezzate di striscioni rossi che riportano gli slogan di propaganda che tutti devono prepararsi a tenere a mente. Per quanto ne sappiamo finora, l’evento non sarà commemorato da una parata militare, ma da una celebrazione a cui presiederà Xi Jinping, Segretario Generale del Partito e Presidente cinese. La storia del Pcc è ora stata introdotta in tutte le scuole elementari come materia obbligatoria. Vari progetti editoriali hanno rivisitato questa stessa storia, smussando gli spigoli e le catastrofi (dal Grande Salto in Avanti degli anni Cinquanta, alla tragedia della Rivoluzione Culturale, nonché, ovviamente, la cancellazione completa di quanto avvenne a Pechino ed in altre città cinesi nel 1989, quando le truppe militari spensero nel sangue le proteste studentesche). Per mantenere il massimo controllo sull’immagine del Partito, inoltre, è stato lanciato un numero verde che consente ad anonimi di denunciare chiunque critichi il Pcc e i “nichilisti storici” – termine con cui è definito in Cina chi mette in dubbio la versione ufficiale della storia del Partito. La notifica della hotline è stata data incoraggiando gli utenti a “prendere parte nella sorveglianza della società, e a denunciare con entusiasmo le informazioni nocive.”
Voto: Zero alla hotline per le denunce. Un provvedimento da Gestapo!
Natalità ai minimi in Asia orientale
L’intera Asia orientale (intesa come Giappone, Corea, Cina, Hong Kong e Taiwan) è entrata in un’era di declino delle nascite, per la prima volta da quando i dati sono divenuti disponibili. La pandemia, inoltre, che secondo alcuni avrebbe potuto portare a un baby boom dovuto al maggior tempo trascorso a casa, sta invece producendo il contrario, con meno gravidanze rispetto allo scorso anno. Il primo Paese ad aver registrato questa tendenza è il Giappone, dove il calo delle nascite è iniziato negli anni Ottanta, ma il declino nel resto dell’area è in anticipo di circa dieci anni rispetto alle previsioni. La popolazione della Corea del Sud è diminuita di 32.700 persone nel 2020, Taiwan di 7.900 e Hong Kong di 6.700. Si tratta di un calo delle nascite del 10%, 7% e 18.5% rispettivamente. In Cina, le nascite sono calate del 15% – un dato che ha portato alcuni demografi nel Paese a suggerire di cessare ogni controllo della popolazione, ed eliminare il tetto massimo di due figli per coppia attualmente in vigore. Guardando all’intera regione, il declino delle nascite appare molto più rapido e drastico di quanto non si sia visto in Giappone negli ultimi quarant’anni, con potenziali ripercussioni economiche e sociali di grande impatto.
Voto: 7 all’autodisciplina dei Paesi del Far East. Siamo già troppi in 7 miliardi e dobbiamo trovare un punto di equilibrio anche per una crescita sostenibile delle nascite.
Corea del Sud: 10 miliardi di hallyu
L’inarrestabile successo della cultura popolare sudcoreana sta avendo un impatto crescente sull’economia del Paese dove “l’Onda Coreana”, o hallyu, iniziata nel 1999, ha generato 10 miliardi di fatturato nel solo 2020. Nel 2018 le importazioni culturali (libri, cinema e programmi televisivi, videogames, fumetti, musica, eccetera) dagli Stati Uniti alla Corea erano di 1.2 miliardi di dollari Usa, mentre le esportazioni in direzione inversa erano di 9.6 miliardi. La Corea del Sud è uno dei pochi Paesi al mondo ad avere una politica governativa centrata sull’esportazione massiccia della cultura, in un tentativo di aumentare il soft power coreano anche nei Paesi con cui le relazioni sono state storicamente più precarie – fra cui il Giappone, la Cina e gli Stati Uniti. L’esportazione di prodotti culturali della Corea del Sud verso la Corea del Nord resta quasi interamente bloccata. Ma la crescita continua ad essere notevole in particolar modo considerando che dal 2017 la Cina ha bloccato diverse esportazioni coreane per la decisione di Seul di partecipare al sistema di protezione missilistica THAAD insieme agli Usa.
Voto: 8 all’onda coreana, che prevede grandi investimenti nella cultura popolare.
Cina: il tramonto dell’ossessione del Pil
L’economia cinese registra una crescita imbizzarrita (+18% nel primo trimestre 2021) dopo il rallentamento dovuto alla pandemia del 2020, ma qualcosa sta cambiando nel Paese, con segnali che l’ossessione per il Pil potrebbe lasciare spazio a una crescita più umana e sostenibile. Quest’anno, per la prima volta nell’era delle riforme, Pechino non ha annunciato un obiettivo per la crescita del Pil, e diverse municipalità stanno cominciando a sperimentare con quello che potremmo tradurre come Pel o Prodotto Ecosistemico Lordo. Città-pilota ancora una volta è Shenzhen, che ha messo a punto un sistema per misurare l’impatto ecologico di beni e servizi commerciabili e di servizi non commerciabili come lo sviluppo di foreste e misure di protezione ambientale, e i benefici definiti “culturali e turistici” che includono la salute pubblica. I dati per queste categorie sono raccolti tramite un monitoraggio sia statistico che diretto, per essere poi sommati e produrre un numero totale percentuale. Shenzhen pubblicherà il suo primo valore Pel nel luglio del 2022, e, insieme alle altre città che partecipano al programma, vuole far crescere il Pil senza danneggiare il Pel.
Voto: 10 al PEL. Così potremo limitare anche i rischi di future pandemie…
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di maggio/giugno di eastwest.
Il 23 luglio la Cina festeggerà il centesimo anniversario della fondazione del Partito comunista. L’impatto economico della cultura popolare sudcoreana. Il Pil lascia spazio al Pel, Prodotto Ecosistemico Lordo
Cina: il centenario del Pcc
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