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I Verdi europei


Solo un fronte Verde europeo unito potrà affrontare la sfida dell’emergenza climatica con i grandi partner globali

I leader del partito dei Verdi tedeschi Henrike Hahn, Robert Habeck e Anton Hofreiter festeggiano a Monaco. REUTERS/Andreas Gebert/Contrasto

Solo un fronte Verde europeo unito potrà affrontare la sfida dell’emergenza climatica con i grandi partner globali

In un sondaggio trasmesso dalla televisione pubblica ARD lo scorso 6 giugno, i Grünen hanno raggiunto il 26% dei voti in Germania, mentre l’Union di CDU-CSU si è fermata al 25%. Una svolta epocale. Dopo un sorprendente secondo posto nelle elezioni regionali bavaresi dello scorso ottobre e dopo aver raccolto un inaspettato 20,5% (21 seggi) alle ultime elezioni Ue, i Verdi tedeschi sono sulla cresta dell’onda. I media si chiedono sempre più spesso se a sostituire Angela Merkel non sarà alla fine una Cancelliera o un Cancelliere verde. A Bruxelles e Strasburgo, intanto, i Grünen saranno la forza leader di un raggruppamento europeo, i Verdi/ALE, più numeroso del previsto: 75 seggi in totale, 23 in più rispetto al 2014. Un europartito che sarà sicuramente cruciale in un Parlamento molto frastagliato e ormai sfuggito all’egemonia del binomio PPE-PSE. Insieme ai Verdi tedeschi ci saranno forze di diversi altri Paesi: i francesi di EELV (Europe Écologie – Les Verts, che hanno raccolto il 13,47%, 12 seggi), il Green Party del Regno Unito (11,77%, 7 seggi), così come i partiti verdi (o membri dei Verdi/ALE) di Belgio, Danimarca, Austria, Spagna, Portogallo, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Svezia, Lituania, Lettonia e Repubblica Ceca.

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