Si chiude oggi il viaggio della Presidente della Commissione Ue nei Balcani. Sul tavolo la questione dell’integrazione nell’Unione europea e le tensioni tra Serbia e Kosovo
Si chiude oggi in Bosnia-Erzegovina il viaggio della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei Balcani. Il tour ha toccato nei giorni scorsi anche Albania, Macedonia del Nord, Kosovo, Montenegro e Serbia.
Sul tavolo la questione dell’integrazione nell’Unione europea e le tensioni tra Serbia e Kosovo.
“L’Unione europea vuole progresso e integrazione per i Balcani occidentali”. In diverse occasioni durante la sua visita, la Presidente ha voluto ribadire che il suo viaggio ha lo scopo di inviare un segnale forte dell’impegno europeo nel processo di adesione all’Unione. Il cammino verso l’integrazione è in realtà molto lento; attualmente Albania, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia hanno lo status di candidati, mentre Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono potenziali candidati. Dopo l’ingresso della Slovenia nel 2004, nel 2007 l’Unione europea ha dato semaforo verde anche a Bulgaria e Romania.
L’ultima volta che un nuovo Paese si è integrato nel blocco è stato nel 2013, con l’annessione della Croazia. Da allora più nulla. All’indomani dell’accordo di pace di Dayton nel 1995, dopo un conflitto lungo e sanguinoso, si indicò nell’integrazione europea la via per dare stabilità e sicurezza alla regione, ma il percorso verso questa adesione si è rivelato troppo lento e accidentato, causando sia nei Governi che nelle opinioni pubbliche una crescente disillusione.
Il vertice del 6 ottobre
Il prossimo 6 ottobre a Lubiana si terrà il vertice Ue-Balcani occidentali, destinato a riproporre con forza il tema dell’integrazione dei Paesi balcanici. L’allargamento, ha confermato il Governo sloveno, sarà la priorità della presidenza di turno slovena della Ue.
Intanto, però, si inaspriscono le tensioni tra Serbia e Kosovo. Il nord del Kosovo ha una popolazione a maggioranza serba che rifiuta l’autorità del Governo di Pristina. Lunedì le forze Nato hanno annunciato di aver intensificato i pattugliamenti al confine, dove Belgrado ha inviato mezzi blindati in risposta alle decisioni di Pristina di inviare forze speciali nelle due località di frontiera nel nord della provincia, Jarinje e Brnjak.
“Sono molto preoccupata per la situazione in corso” nel Kosovo del Nord, “è importante ridurre le tensioni, ritornare al tavolo negoziale per trovare una soluzione sostenibile. E il solo modo per farlo è un dialogo facilitato dall’Ue “. Il premier del Kosovo, Albin Kurti, ha chiesto all’Ue e alla comunità internazionale di condannare le azioni di destabilizzazione della Serbia. La tensione tra i due Paesi è peggiorata a causa della cosiddetta guerra delle targhe, scoppiata la settimana scorsa a seguito della decisione di Pristina di imporre l’uso di targhe provvisorie ai veicoli con targhe serbe in circolazione sul suo territorio.
Si chiude oggi il viaggio della Presidente della Commissione Ue nei Balcani. Sul tavolo la questione dell’integrazione nell’Unione europea e le tensioni tra Serbia e Kosovo