In Bielorussia si gioca una partita decisiva per i rapporti tra Mosca e Bruxelles
L’Unione europea non riconosce il voto in Bielorussia, con cui è stato rieletto il Presidente Alexandr Lukashenko con l’80% delle preferenze. Le elezioni, svoltesi il 9 agosto scorso, non sono state libere, corrette e rispondenti ai criteri internazionali, hanno sottolineato i Presidenti del Consiglio Europeo Charles Michel e della Commissione Ursula von der Leyen, al termine del vertice di emergenza della scorsa settimana.
L’Unione risponde così all’appello rivoltole da Svetlana Tikhanovskaya, la candidata dell’opposizione, considerata la vera vincitrice, costretta a rifugiarsi in Lituania dopo le elezioni: sanzioni per chi si è reso colpevole di brogli e violenze, sostegno economico alla società civile del Paese, un ruolo di mediazione affidato all’Osce, l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa. “L’Unione europea sta dalla parte dei manifestanti bielorussi”: sull’argomento è intervenuta anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel, respingendo l’accusa di interventi esterni nel Paese e auspicando un comportamento ugualmente corretto da parte della Russia.
Mentre la piazza contesta i risultati, chiedendo le dimissioni dell’esecutivo, Lukashenko, in carica da 26 anni e considerato l’ultimo dittatore d’Europa, accusa alcuni Paesi stranieri di aver fomentato i disordini e di finanziare i manifestanti. Anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accusato potenze straniere di interferire nella situazione nel Paese, anche se poi Mosca ha ammesso che nelle elezioni qualche problema c’è stato. Parole che in parte confermano la posizione cauta dei russi, attendisti rispetto alla possibile evoluzione delle vicende interne, ma preoccupati di mantenere la Bielorussia nella propria orbita. A differenza di quello che successe nella crisi ucraina, le proteste in Bielorussia non sono state incentrate da temi di politica estera e non hanno mostrato nemmeno forti sentimenti nazionalistici anti-russi.
La partita che si giocherà nei prossimi mesi rappresenta uno snodo fondamentale nei rapporti Russia-Ue. Bruxelles sembra in questo caso più decisa a sostenere la voglia di libertà della società civile bielorussa, ancora vittima dell’ultimo residuo di sovietismo. Mentre Mosca non accetterà facilmente di perdere il controllo della governance a Minsk, ma con meno appigli rispetto alla crisi ucraina, quando Putin ha potuto reclamare gli interessi nazionali minacciati dalla volontà Nato e Ue di attirare Kiev nella sua orbita.
Svetlana è il nuovo simbolo della rivoluzione di velluto…
In Bielorussia si gioca una partita decisiva per i rapporti tra Mosca e Bruxelles
L’Unione europea non riconosce il voto in Bielorussia, con cui è stato rieletto il Presidente Alexandr Lukashenko con l’80% delle preferenze. Le elezioni, svoltesi il 9 agosto scorso, non sono state libere, corrette e rispondenti ai criteri internazionali, hanno sottolineato i Presidenti del Consiglio Europeo Charles Michel e della Commissione Ursula von der Leyen, al termine del vertice di emergenza della scorsa settimana.
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