Dopo i preoccupanti dati del censimento, l'Ufficio politico del Partito comunista concede la possibilità alle famiglie di procreare un terzo figlio. Una svolta epocale
Dopo i preoccupanti dati del censimento, l’Ufficio politico del Partito comunista concede la possibilità alle famiglie di procreare un terzo figlio. Una svolta epocale
I recenti dati sul censimento in Cina, che hanno segnalato una pericolosa decrescita in termini di nascituri e un trend sempre più negativo per i nuovi nati, hanno portato le autorità a una seria valutazione sulle conseguenze del limite di due figli per coppia. Per questo motivo, nella giornata di ieri l’Ufficio politico del Partito comunista, presieduto da Xi Jinping, ha annunciato che supporterà le azioni volte a concedere la possibilità di poter procreare un terzo nascituro: una svolta epocale, che segue i cambiamenti imposti prima con la legge del figlio unico, seguita da quella per due bambini per coppia.
Le nuove politiche sulla procreazione
La decisione verrà messa in atto tramite misure normative che possano supportare le famiglie in tal senso: dal rafforzamento dei servizi all’infanzia pre e post natale alla maternità, passando per la sottoscrizione di assicurazioni per la nascita, sarà ideato un framework legislativo che possa rispondere ai bisogni della società cinese, con la decrescita della natalità fattore estremamente preoccupante per l’intera economia nazionale. Si pensa, inoltre, a un sistema sanitariouniversale per i bambini e l’aumento delle risorse per l’ambito educativo per sgravare le famiglie da una serie di costi correlati.
Secondo Yi Fuxian, specialista in demografia citato dal South China Morning Post, la decisione del Politburo presa a così poca distanza dalla pubblicazione dei dati sul censimento dimostra che la situazione è realmente preoccupante. “I decisori sono stati allarmati dal risultato del censimento”, evidenzia il demografo, con numeri che parlano di 12 milioni di nuovi nati nel 2020 a fronte dei 14.65 milioni del 2019, un declino pari al 18%. L’agenzia di stampa Xinhua, in un sondaggio online al quale hanno partecipato 31mila utenti, ha rilevato che 28mila dei partecipanti non considererà la possibilità di avere un terzo figlio.
L’innalzamento dell’età pensionistica
Intervistato da Bloomberg, Henry Wang del think tank filo-governativo Center for China and Globalizationha affermato che “la scelta del Politburo arriva dopo aver visto i dati del censimento e segue il consenso pubblico per un cambiamento” delle politiche sulla procreazione. “È più semplice prendere una decisione in tal senso”, ha proseguito il Presidente del think tank, ricordando che “se l’aggiustamento non aiuterà, sarà comunque d’aiuto per le future decisioni”.
Tra le altre proposte attese, già previste dal 14° piano quinquennale e gli obiettivi di lungo periodo per il 2035, l’innalzamento graduale dell’età pensionistica, ufficialmente tra le più basse al mondo: insieme alle politiche sui nascituri, per gli economisti è questa la strada giusta che potrebbe invertire la rotta del futuro sociale cinese.
Dopo i preoccupanti dati del censimento, l’Ufficio politico del Partito comunista concede la possibilità alle famiglie di procreare un terzo figlio. Una svolta epocale
I recenti dati sul censimento in Cina, che hanno segnalato una pericolosa decrescita in termini di nascituri e un trend sempre più negativo per i nuovi nati, hanno portato le autorità a una seria valutazione sulle conseguenze del limite di due figli per coppia. Per questo motivo, nella giornata di ieri l’Ufficio politico del Partito comunista, presieduto da Xi Jinping, ha annunciato che supporterà le azioni volte a concedere la possibilità di poter procreare un terzo nascituro: una svolta epocale, che segue i cambiamenti imposti prima con la legge del figlio unico, seguita da quella per due bambini per coppia.
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