Sempre più forte l’intesa militare tra Iran e Russia: Teheran fornirà a Mosca missili di gittata ridotta per aggirare la risoluzione del Consiglio di sicurezza. In cambio riceverà caccia ed elicotteri. Con la preoccupazione di Israele e Stati Uniti
Quattro funzionari israeliani hanno rivelato ad Axios che l’Iran ha intenzione di fornire missili dalla gittata ridotta alla Russia, che li utilizzerà nella sua guerra all’Ucraina. Qualora dovesse inviare a Mosca armamenti a lungo raggio, infatti, Teheran potrebbe violare una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e far scattare un meccanismo di snapback che porterebbe alla reintroduzione delle sanzioni dell’ONU nei suoi confronti, in un momento di particolare debolezza del regime.
La risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, approvata nel 2015 e legata all’accordo sul nucleare, vieta ai paesi di ricevere o trasferire missili balistici e droni iraniani che abbiano una gittata superiore ai 300 chilometri e un carico di oltre 500 chili fino all’ottobre 2023. La Russia, peraltro, è membro permanente del Consiglio.
Il 3 dicembre il vice-ministro della Difesa russo, Alexander Fomin, si è recato in visita a Teheran accompagnato da una delegazione di militari. Si è riunito con il capo dello staff delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Hossein Bagheri, e ha partecipato alla quarta riunione della Commissione congiunta per la cooperazione militare, formata l’anno scorso per rafforzare la collaborazione sulla difesa tra i due paesi.
In cambio dei missili – ed è una delle cose che preoccupa più Israele –, la Russia potrebbe fornire all’Iran dei motori per i suoi missili a lunga gittata. Tel Aviv teme inoltre che Mosca possa concedere a Teheran maggiore libertà di movimento in Siria, che gli iraniani potrebbero sfruttare per colpire obiettivi israeliani e statunitensi nella regione. Gli Stati Uniti pensano inoltre che i russi possano mettere i propri elicotteri e caccia Su-35 a disposizione degli iraniani: i piloti di Teheran hanno ricevuto l’addestramento necessario a pilotare gli aerei di progettazione sovietica. L’Iran ha già fornito alla Russia dei droni armati: inizialmente lo ha negato; dopodiché ha detto di averli consegnati prima dell’inizio dell’invasione. Il Cremlino, invece, ha negato di aver utilizzato i droni iraniani contro bersagli civili in Ucraina, benché le prove raccontino il contrario. Nonostante le pressioni internazionali, l’Iran sarebbe comunque determinato a inviare missili in Russia. Per non violare la risoluzione del Consiglio di sicurezza, però, manderà solo missili dalla gittata inferiore ai 300 chilometri: ad esempio il sistema Fateh-110, modificato per farlo rientrare nella soglia. I piani di fornitura dello Zolfaghar, un missile dalla gittata di 700 chilometri, sarebbero stati abbandonati.
Il 19 dicembre si terrà una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell’implementazione della risoluzione 2231. Secondo Stati Uniti, Regno Unito e Francia, i trasferimenti di droni iraniani alla Russia ne costituiscono una violazione; la Russia dice di no.
La risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, approvata nel 2015 e legata all’accordo sul nucleare, vieta ai paesi di ricevere o trasferire missili balistici e droni iraniani che abbiano una gittata superiore ai 300 chilometri e un carico di oltre 500 chili fino all’ottobre 2023. La Russia, peraltro, è membro permanente del Consiglio.