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Israele: democrazia a rischio


Proteste nelle principali piazze del Paese contro il piano di riforma della giustizia del Governo Netanyahu. L'accusa è che l'esecutivo voglia sottomettere alla politica il sistema giudiziario

È forte e acceso, in questi giorni, il confronto politico in Israele soprattutto a seguito dell’annunciato piano di riforma della giustizia da parte del primo Ministro Benjamin Netanyahu e del ministro della giustizia, Yariv Levin. Una proposta che sta già scatenando le ire di larga parte della popolazione che già parla di “fine della democrazia”.

Nei giorni scorsi in tre delle principali città del paese, Tel Aviv, Gerusalemme ed Haifa migliaia di persone sono scese in piazza in segno di protesta. Se approvata, la riforma della giustizia aumenterà i poteri per la Knesset (il Parlamento israeliano), permettendogli di annullare le sentenze della Corte Suprema con una maggioranza semplice. Il timore di molti è che il governo in tal caso potrebbe utilizzare tale strumento a suo favore: Netanyahu per bloccare eventuali ulteriori processi contro di lui, mentre il governo in generale, si dice, potrebbe avere molta maggiore facilità ad approvare leggi a favore ad esempio degli insediamenti, o per favorire ulteriormente le mire espansionistiche israeliane in Cisgiordania.

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