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Elezioni a Panama: tra crisi economica e sfide geopolitiche


Il prossimo governo dovrà gestire la crisi idrica del Canale di Panama, quella migratoria nella Selva del Darién e assicurare la stabilità al proprio posizionamento internazionale che oscilla tra Pechino e Washington.

Si terranno questa domenica le elezioni generali a Panama, paese chiave nella geopolitica del continente americano, il cui il panorama elettorale fa presagire incertezza nel futuro prossimo. Il candidato che fino a febbraio appariva in cima a tutti i sondaggi, l’ex presidente Ricardo Martinelli, è stato infatti escluso dai comizi a causa di una condanna a 10 anni di prigione per un caso di riciclaggio e corruzione iniziato negli Usa.

I figli di Martinelli, Ricardo Alberto e Luis Enrique Martinelli Linares, avevano già confessato a un tribunale di New York di aver intascato circa 28 milioni di dollari grazie alla rete di corruzione costruita in America Latina dal colosso brasiliano Oderbrecht. Questa settimana l’ex presidente, auto esiliatosi presso l’ambasciata del Nicaragua a Panama City, ha chiuso la campagna elettorale con un video di appoggio a José Raúl Mulino, che era suo candidato a vicepresidente fino alla conferma della condanna da parte della corte suprema. Mulino è in testa a tutti i sondaggi col 35% delle preferenze, seguito da un altro ex presidente, Martín Torrijos, figlio del generale Omar Torrijos Herrera che ha governato il paese tra il 1968 e il 1981, e fondatore di uno dei movimenti più popolari del paese.

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