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Ancora il muro di Trump


Per Trump, la frontiera è campo di battaglia per il 2020. Il Democratico O' Rourke accetta la sfida

La gente si riunisce sul lato americano del recinto di confine tra il Messico e gli Stati Uniti durante un servizio interreligioso contro il muro di confine del Presidente Donald Trump, Ciudad Juarez, Messico, 26 febbraio 2019. REUTERS/Jose Luis Gonzalez
La gente si riunisce sul lato americano del recinto di confine tra il Messico e gli Stati Uniti durante un servizio interreligioso contro il muro di confine del Presidente Donald Trump, Ciudad Juarez, Messico, 26 febbraio 2019. REUTERS/Jose Luis Gonzalez

Per Trump, la frontiera è campo di battaglia per il 2020. Il Democratico O’ Rourke accetta la sfida

Il Presidente americano Donald Trump ha firmato un veto per bloccare una risoluzione del Congresso degli Stati Uniti che, respingendo lo stato di emergenza nazionale, impediva alla Casa Bianca di ottenere i fondi per costruire il muro con il Messico. È la prima volta che Trump utilizza il potere di veto, ed è rilevante che lo abbia fatto per portare avanti la battaglia sulla sua più grande promessa elettorale, finora irrealizzata.

Un mese fa Trump aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale per la situazione al confine meridionale, ossia per l’afflusso di migranti dall’America centrale, in aumento ma al di sotto dei numeri degli scorsi decenni. In questo modo avrebbe potuto ottenere in via straordinaria 8 miliardi di dollari per la costruzione del muro, attingendo a fondi stanziati per altri scopi. Contro la decisione si è schierato però anche il Senato, controllato dai Repubblicani, che la ritiene una forzatura costituzionale e un precedente da non creare. Tuttavia, per respingere il veto del Presidente, il Congresso avrà bisogno di una maggioranza di due terzi, complicata da raggiungere: l’emergenza nazionale quindi resterà probabilmente in vigore, a meno che non interverranno i giudici.

Il confine con il Messico rimane per Trump un fondamentale campo di battaglia politica nell’ottica di una eventuale rielezione nel 2020. Il suo ultimo sfidante, da poco candidatosi alle già affollate primarie del Partito Democratico, è il texano Beto O’Rourke, che propone una narrazione completamente diversa della frontiera sud: se per Trump è terra di conflitto, per O’Rourke è uno spazio fluido. Il suo messaggio di apertura ha generato grande entusiasmo in Texas, ma da solo potrebbe non bastare a farlo spiccare tra gli altri candidati o a convincere l’interezza degli Stati Uniti.

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