Il tavolo per l’uscita dall’Ue concordato tra le forze politiche stenta a produrre risultati
Sarebbe potuta essere un’occasione per riunire le forze politiche attorno a un piano serio e credibile di Brexit ma, nonostante le rassicurazioni, Conservatori e Laburisti sono in alto mare. I Tories sono più divisi che mai, con vari esponenti — l’ex sindaco di Londra Boris Johnson in primis — pronti a far naufragare qualunque accordo di sorta per un’uscita soft dall’Unione Europea. E Theresa May, che lascerà nel momento in cui la Brexit si concretizzerà, è sempre più sola.
Con i Laburisti di Jeremy Corbyn si sarebbe discusso della famigerata unione doganale, soluzione che implica comunque stretti rapporti con i partner europei. E proprio Johnson guiderebbe la pattuglia di deputati a lui fedeli contro un simile accordo, così come affermato da John McDonnell, Ministro ombra dell’Economia. Questa soluzione andrebbe a sanare l’eventuale chiusura dei confini in Irlanda del Nord ma potrebbe avvicinare la Gran Bretagna all’Efta, la European Free Trade Area, Associazione di Libero Scambio di cui fanno parte Islanda, Liechtenstein, Svizzera e Norvegia.
Oslo è stata tirata in ballo a più riprese sulla questione, Paese visto da alcuni in Gran Bretagna come un modello di accordo più snello e meno cogente con l’Unione Europea. Ma un ipoteco ingresso di Londra nell’Efta prevederebbe come minimo un invito da parte degli Stati membri, che non è mai avvenuto. Per giunta, come hanno spiegato alcuni politici norvegesi al The Guardian, far parte dell’Efta significa comunque sottostare a numerose richieste dal parte dell’Ue, che i membri dell’Associazione di Libero Scambio hanno ben volentieri accettato. Perché, dunque, la Gran Bretagna dovrebbe uscire dall’Unione Europea per rimanere ad essa legata tramite un altro accordo che prevede numerosi obblighi?
Siamo nell’ambito delle congetture, ma una certezza — e nemmeno positiva — c’è: persino il tavolo di discussione con i Laburisti è stato criticato da esponenti Conservatori. L’ex Segretario alla Difesa Gavin Williamson ha definito l’idea del Brexit talks “un grave errore destinato a fallire”. Secondo Williamson, l’obiettivo di Corbyn è quello di arrivare alle elezioni e dunque guadagnare consensi dalla situazione creatasi. In una lettera indirizzata alla Prime Minister firmata tra gli altri da Dominic Raab, David Davis, Boris Johnson e lo stesso Williamson, diversi membri del partito riferiscono che “l’accordo con il Labour sarebbe cattiva politica” e che “porterebbe alla perdita del supporto dei parlamentari conservatori”. Rivolgendosi a Theresa May, aggiungono: “Non avresti mai abbastanza voti laburisti per compensare la nostra perdita”.
@melonimatteo
Il tavolo per l’uscita dall’Ue concordato tra le forze politiche stenta a produrre risultati
Sarebbe potuta essere un’occasione per riunire le forze politiche attorno a un piano serio e credibile di Brexit ma, nonostante le rassicurazioni, Conservatori e Laburisti sono in alto mare. I Tories sono più divisi che mai, con vari esponenti — l’ex sindaco di Londra Boris Johnson in primis — pronti a far naufragare qualunque accordo di sorta per un’uscita soft dall’Unione Europea. E Theresa May, che lascerà nel momento in cui la Brexit si concretizzerà, è sempre più sola.