Se la tregua verrà rispettata, Usa e Talebani negozieranno un accordo per il ritiro delle truppe americane. Sarebbe un successo per Trump, ma ci sono dei rischi
Gli Stati Uniti e i Talebani hanno raggiunto un’intesa per una tregua di sette giorni in Afghanistan che – se verrà rispettata – dovrebbe portare a un accordo completo tra le due parti e, infine, al ritiro delle truppe americane dal Paese.
La tregua – il termine utilizzato è “riduzione delle violenze” – dovrebbe entrare in vigore da lunedì. Lo schema prevede poi la firma di un accordo tra Washington e i Talebani e successivamente, entro dieci giorni, l’apertura di negoziati tra il Governo afghano e i guerriglieri islamici. Gli Stati Uniti dovrebbero ritirare gradualmente i propri militari entro un arco di 18 mesi (altre fonti parlano di due anni): al momento ci sono circa 13mila soldati americani in Afghanistan.
Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in Germania, il Ministro degli Esteri americano Mark Esper e il Segretario di Stato Mike Pompeo si sono riuniti con il Presidente afghano Ashraf Ghani. Ghani non ha commentato in pubblico l’accordo tra Stati Uniti e talebani ma, a detta di Esper, avrebbe dato il suo appoggio. Il Ministro ha anche aggiunto che “bisogna dare una possibilità alla pace” e che “la migliore se non l’unica soluzione in Afghanistan passa per un accordo politico, e questo significa prendere dei rischi”.
Il ritiro dall’Afghanistan – la guerra più lunga mai combattuta dagli Stati Uniti: è iniziata nel 2001 – è uno dei principali obiettivi di politica estera del Presidente Donald Trump. Il raggiungimento di un accordo con i Talebani sarebbe quindi per lui un grande successo, che potrebbe esibire davanti all’elettorato in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Accordo o meno, tuttavia, l’amministrazione americana ha annunciato che taglierà comunque il numero delle truppe sul suolo afghano, portandolo a 8600 entro l’anno.
La ritirata degli Stati Uniti si accompagna però al rischio che i talebani possano tradire le condizioni dell’accordo. Il cosiddetto dialogo intra-afghano (tra le istituzioni e i guerriglieri) per la condivisione del potere si rivelerà infatti complicato, anche perché i talebani si sono rifiutati di negoziare direttamente con il Governo di Kabul, che accusano di essere comandato da Washington.
@marcodellaguzzo
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