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Coronavirus: l’Italia della solidarietà contro gli egoismi


Il coronavirus rivela l'Italia che sta cambiando. E nel cambiamento, il Presidente Mattarella e Papa Francesco assumono il ruolo di stelle polari per l'umanità e gli egoismi d'Europa

Ci sono due figure che fanno da stella polare in questi giorni bui e tragici dell’emergenza coronavirus. Gli italiani guardano a loro come nocchieri in mezzo alla tempesta, consapevoli che di loro ci si può fidare. Ne traggono speranza per il futuro, coraggio nell’affrontare le difficoltà del rimanere relegati in casa, spesso dopo aver perduto la propria fonte di sostentamento, l’energia per migliorarsi di fronte ad avversità mai viste prima dal dopoguerra.

Il primo è certamente il capo dello Stato Sergio Mattarella. I suoi messaggi sobri, la semplicità con cui si accosta agli italiani dicono soprattutto una cosa: solo l’unità di un popolo intorno ai valori fondanti della Repubblica e alle sue istituzioni potrà darci la forza di superare questo momento. Se ne esce insieme, o non se ne esce. E quando parliamo di istituzioni dobbiamo includere anche quelle europee, più che mai smarrite in questa fase storica. “Abbiamo bisogno di uno spirito veramente europeo, di concreta solidarietà”, ha ribadito in una lettera al suo omologo tedesco Franck-Walter Steinmeier. Parole che seguono al monito all’Unione europea lanciato dal capo dello Stato lo scorso 12 marzo, in una delle giornate più dure per la nostra economia: “All’Italia serve solidarietà, non ostacoli”.

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