Rassegna dei luoghi comuni e delle false interpretazioni più frequenti e abusate
![Cina: miti e leggende Cina: miti e leggende](https://eastwest.eu/wp-content/uploads/2020/04/stile-hanfu-1024x683.jpg)
Il coronavirus ha interrotto le manifestazioni a Hong Kong
FALSO
L’epidemia di coronavirus non ha interrotto la mobilitazione politica pro-democrazia a Hong Kong, né ha fatto cessare le manifestazioni anti-governative. Queste sono sì meno frequentate ma ciò avviene anche a causa degli interventi sempre più rapidi della polizia per disperdere i dimostranti e degli arresti di massa. Le forme di protesta politica ora si sviluppano anche con i boicottaggi di industrie e aziende di proprietà di persone a favore del governo, e con la creazione di nuovi sindacati indipendenti, fra le altre cose.
La moda di vestirsi “all’antica” sta conquistando sempre più giovani
VERO
Grazie al successo delle serie televisive a sfondo storico, e al nazionalismo spronato dalla propaganda nazionale, sempre più giovani amano vestirsi in stile “hanfu”, o con abiti dalla foggia che richiama quella delle dinastie Tang, Song, e Ming. Si tratta per lo più di tuniche fluttuanti e complesse acconciature, sia per uomini che donne. Il termine ne mostra i connotati un po’ sciovinisti: Han è la maggioranza etnica cinese (“fu” significa vestito) e lo stile hanfu si accompagna a un revanscismo culturale anch’esso un po’ anacronista.
Un Paese autoritario può controllare meglio un’epidemia
FALSO
Lo stile autoritario di Xi Jinping, che con la campagna contro la corruzione lanciata nel 2012 ha anche eliminato avversari politici e intimorito molti quadri di Partito, ha portato le autorità dello Hubei a voler soffocare ogni notizia dell’epidemia. Chi ha suonato l’allarme, come il dottor Li Wenliang, è stato detenuto e redarguito (Li è morto del virus) e almeno due giornalisti sono scomparsi. Vari esperti hanno commentato che senza il timore di dare brutte notizie al Governo centrale, il virus avrebbe potuto essere contenuto più tempestivamente.
@IlariaMariaSala
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di marzo/aprile di eastwest.
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