La società olandese ha accusato Dongfang Jingyuan Electron di aver utilizzato le sue proprietà intellettuali per commercializzare prodotti tecnologici. La notizia si inserisce nella competizione globale per i semiconduttori
ASML, società nederlandese che sviluppa sistemi di litografia per i semiconduttori, ha accusato un’azienda cinese di aver violato le sue proprietà intellettuali e di averle utilizzate per commercializzare dei prodotti tecnologici.
La competizione globale sui microchip
La notizia è rilevante per diversi motivi. Innanzitutto perché si inserisce nella competizione globale per i microchip, o semiconduttori, dei componenti elettronici fondamentali per tante industrie diverse. Ad oggi la loro fabbricazione si concentra in una manciata di Paesi asiatici (Taiwan e Corea del Sud), ma praticamente tutti i Governi (dagli Stati Uniti alla Cina all’Unione europea) vogliono aumentare il loro peso in questo settore. Non solo: vogliono dotarsi di capacità di sviluppo e manifattura di chip interne ai propri territori, per ridurre la dipendenza dall’estero e tutelarsi in caso di nuove crisi degli approvvigionamenti (quella attuale va avanti da oltre un anno, e non si risolverà a breve).
Gli obiettivi dell’Europa e il ruolo di ASML
Il secondo motivo è che ASML è il principale asso nella manica dell’Unione europea, che sui microchip è indietro: la sua fetta nel mercato globale è dell’8%; quella americana, per fare un confronto, è del 47%. Bruxelles vorrebbe recuperare terreno, e ha recentemente pubblicato un piano da 43 miliardi di dollari che dovrebbe aiutarla a raggiungere l’obiettivo, chiamato European Chips Act. La Commissione conta di portare la quota comunitaria al 20% entro il 2030, ma è difficile: per i tempi ridotti; per il grado di investimenti richiesti (una singola fabbrica avanzata di chip costa 20 miliardi); e per i dubbi dei colossi stranieri circa i livelli di assorbimento del mercato europeo, che chiede principalmente chip per auto ma i più remunerativi sono quelli per l’elettronica. ASML però è un’azienda europea – ha sede nei Paesi Bassi – ed è peraltro monopolista nei macchinari per la litografia ultravioletta estrema (EUV), un processo che consente di produrre semiconduttori su scale ridottissime.
La competizione America-Cina
Il terzo motivo per cui la notizia è importante è la geopolitica. La Cina non possiede, al momento, capacità avanzate sui microchip e, fintantoché non disporrà di un ecosistema interno sufficientemente progredito, deve rifornirsi dall’estero. È una vulnerabilità che potrebbe comprometterne l’ascesa tecnologica, e che gli Stati Uniti – restringendole le possibilità di accedere a tecnologie proprie e di terze parti – stanno sfruttando per danneggiarla. Nel 2019 il Governo americano ha iniziato a fare pressione sulle autorità nederlandesi per convincerle a non concedere ad ASML l’autorizzazione di vendita dei suoi sistemi EUV alla Cina. Autorizzazione che, ad oggi, l’azienda non ha ancora ottenuto.
“Piccolo gigante”
La compagnia cinese accusata da ASML di violazione di proprietà intellettuale – pare però che il furto riguardi un software e non tecnologie core per la litografia ultravioletta estrema – è Dongfang Jingyuan Electron. È associata a XTAL, compagnia tecnologica cinese che avrebbe già sottratto segreti industriali ad ASML. Lo scorso maggio Dongfang Jingyuan ha ricevuto dalle autorità cinesi la designazione di “piccolo gigante”: viene concessa da Pechino a quelle startup che rientrano nel piano di sviluppo dell’industria tecnologica nazionale; Bloomberg la descrive come un’etichetta di “endorsement governativo” che segnala, agli investitori, che la società è sottoposta a un regime regolatorio di favore.
La società olandese ha accusato Dongfang Jingyuan Electron di aver utilizzato le sue proprietà intellettuali per commercializzare prodotti tecnologici. La notizia si inserisce nella competizione globale per i semiconduttori