Il leader dei Laburisti è già impegnato in questioni internazionali cruciali: a Tokyo per il meeting Quad, discuterà con i partner statunitensi del patto Aukus
La schiacciante vittoria dei Laburisti in Australia dà pieno mandato a Anthony Albanese, leader del partito di origini italiane, per la sua azione di Governo, attesa alla prova dei fatti sia dagli elettori che dai partner internazionali di Canberra. Neanche il tempo di festeggiare che Albanese, come annunciato prima del voto in caso di risultato positivo, si è direttamente recato a Tokyo, in Giappone, per l’importante meeting Quad, dove discuterà della sicurezza nell’Indo-Pacifico con Joe Biden, Narendra Modi e Fumio Kishida.
Cambierà l’approccio australiano con il nuovo corso laburista? Verrà riaffermato l’impegno per il contenimento cinese nell’area? Quali saranno le prossime mosse in politica estera di Canberra? In realtà lo stesso Albanese nel corso della campagna elettorale ha parlato di visione non distante con i Conservatori sulle questioni internazionali, aspetto ribadito anche per il patto Aukus sottoscritto lo scorso anno con Usa e Regno Unito.
Eppure, proprio il patto militare-difensivo firmato dal Governo dell’ormai ex Pm Scott Morrison poteva risultare indigesto ai Laburisti, specie per il silenzio dei Conservatori, durato almeno 4 mesi, nel condividere con gli avversari politici le informazioni sulle trattative in corso. Come svelato dalla stampa australiana, Morrison ha informato Albanese del nuovo patto solo il giorno prima della firma, rischiando di spiazzare i Laburisti e gli alleati statunitensi e britannici. L’esecutivo Biden, che ha chiesto unità d’intenti tra Conservatori e Laburisti, ha tenuto a precisare che l’alleanza sarebbe dovuta durare decenni, non naufragare con un cambio eventuale di schieramento al Governo.
La sinistra australiana ha dato l’ok al patto Aukus, uno schiaffo morale per Morrison che ha cercato di politicizzare l’iniziativa che, d’altro canto, riguarda il futuro strategico del Paese. L’assenso di Albanese indica che non ci saranno particolari sommovimenti tellurici nell’approccio australiano in politica estera, se non un avvicinamento verso la Cina per discussioni sul cambiamento climatico, tema particolarmente sentito tra i progressisti Laburisti, decisamente meno tra i Conservatori. Ma per il nuovo Pm la relazione con Pechino rimane “complicata”, come affermato in partenza per Tokyo. “È la Cina che ha cambiato atteggiamento, non l’Australia, e l’Australia dovrebbe sempre sostenere i valori che ci rappresentano, e così faremo con il nuovo Governo”.
Sul Quad, Albanese ha affermato: “Gli incontri che avremo con Stati Uniti, Giappone e India saranno molto importanti, lanceranno un messaggio positivo al mondo: c’è un nuovo Governo in Australia. È un Governo — ha proseguito il nuovo Pm parlando ai giornalisti — che rappresenta il cambiamento nel modo in cui gestiremo la questione del climate change, ma che darà continuità nel rispetto della democrazia e del valore che attribuiamo all’amicizia con i nostri storici alleati”.
Tra le novità del Governo Albanese, la nomina come Ministra degli Esteri di Penny Wong, che parteciperà a Tokyo ai lavori del Quad. L’esponente laburista è stata dal 2016 Ministra ombra, e tra le prime dichiarazioni nel suo nuovo incarico si è rivolta direttamente alle Isole del Pacifico. In un video pubblicato su Twitter, ha parlato delle sfide senza precedenti della regione, aprendo ai bisogni della “famiglia del Pacifico, con la quale lavoreremo per espandere le opportunità dei loro cittadini presenti in Australia e per migliorare le loro condizioni lavorative”.
Cambierà l’approccio australiano con il nuovo corso laburista? Verrà riaffermato l’impegno per il contenimento cinese nell’area? Quali saranno le prossime mosse in politica estera di Canberra? In realtà lo stesso Albanese nel corso della campagna elettorale ha parlato di visione non distante con i Conservatori sulle questioni internazionali, aspetto ribadito anche per il patto Aukus sottoscritto lo scorso anno con Usa e Regno Unito.