La CDU vince nettamente nella città-stato dopo più di vent’anni. Sconfitti tutti i partiti della coalizione guidata da Olaf Scholz. Si prevedono conseguenze sulla scena nazionale
Domenica 12 febbraio si è votato, a Berlino, per ripetere le elezioni che si erano tenute nel settembre del 2021, in concomitanza con quelle nazionali, ed erano state caratterizzate da irregolarità. Si è trattato a tutti gli effetti di un voto regionale, volto ad eleggere un parlamento ed un sindaco, nonché governatore: Berlino è infatti una città-stato ed è quindi classificata a tutti gli effetti come un Land, allo stesso modo tra gli altri di Baviera e Sassonia.
La prima notizia è che è andato tutto bene, a differenza di due anni fa: allora, molte persone non erano riuscite a votare a causa della mancanza di schede e cabine elettorali, fatto che aveva portato la Corte costituzionale locale ad imporre una ripetizione del voto. Ma non si tratta dell’unico risultato degno di nota di questa tornata elettorale, anzi. Per la prima volta dal 1999, infatti, i conservatori della CDU hanno ottenuto il primo piazzamento nella capitale tedesca. L’hanno fatto, tra l’altro, arrivando al 28% dei consensi, una quota inaspettata per lo stesso partito, alla vigilia del voto. Molto più indietro le altre forze politiche: socialdemocratici e verdi si sono fermati al 18%, quasi appaiati. La sinistra di die Linke, che a Berlino governa in coalizione con SPD e ambientalisti, ha ottenuto il 12%, mentre la destra di AfD si è fermata poco sotto la doppia cifra. Infine, non ha superato la soglia di sbarramento la FDP, la formazione liberale.
Il risultato non lascia spazio ad interpretazioni: per la CDU si tratta di una vittoria netta, mentre il voto segna per i tre partiti che formano la coalizione semaforo a livello federale —SPD, verdi e liberali — una decisa sconfitta, pur con gradi diversi. Meno chiaro è invece quello che succederà adesso. Pur avendo percentuali importanti, i conservatori non sono infatti in grado di governare da soli: dovrebbero quindi trovare un accordo con i socialdemocratici o con i Verdi, oppure lasciare che l’alleanza di sinistra tra SPD, ambientalisti e Linke continui ad amministrare Berlino. Due opzioni possibili, ma che presentano delle problematiche, come ha spiegato il giornalista Lorenzo Monfregola in un’intervista per l’emittente tedesca WDR. “Per i partiti che amministrano Berlino questa è comunque una sconfitta: governare lo stesso potrebbe essere un rischio per i socialdemocratici e per i verdi, con una così forte opposizione” spiega Monfregola, che osserva però come per la CDU sarà difficile coalizzarsi con una delle altre forze politiche. “I verdi di Berlino sono molto più a sinistra dei verdi di altri stati tedeschi e c’è stata una grossa lotta tra i due partiti in campagna elettorale. E anche la SPD è più a sinistra nella capitale di quanto non lo sia altrove”.
Il voto ha dei riflessi anche sulla scena politica nazionale, in primis rilanciando la posizione della CDU. L’ex partito di Angela Merkel, guidato ora da Friedrich Merz, ha vinto nella capitale soprattutto grazie alle posizioni che ha preso a livello locale. Per il successo è stata determinante in particolare l’attenzione dedicata al tema della sicurezza, che ha dominato il dibattito a Berlino dopo le violenze che hanno preso di mira forze dell’ordine e vigili del fuoco nella sera di Capodanno. Anche le questioni ambientali sono state cruciali e la CDU ha ottenuto i voti dei cittadini più anziani e benestanti, contrari alla pedonalizzazione di parte del centro. Ma se i temi sono specifici della capitale e non portano consenso a livello nazionale, i conservatori possono invece pensare di riproporre l’atteggiamento di questa campagna elettorale: la CDU, infatti, ha vinto seguendo una linea di destra e accusando apertamente la popolazione straniera di Berlino di aver causato i disordini di Capodanno. Visti i risultati ottenuti, non è da escludere che anche a livello federale il partito provi quindi a spostarsi ulteriormente dal centro.
Le elezioni portano delle conseguenze anche per il governo di Olaf Scholz, a causa della cocente sconfitta subita dai Liberali. Nel suo podcast Was Jetzt, il giornale tedesco die Zeit ha analizzato come la FDP sia restata senza rappresentanza in Parlamento per la terza volta nelle ultime cinque elezioni di Land: una traiettoria che mostra come il contributo del partito nel governo nazionale non sia apprezzato dai suoi elettori. É facile dunque prevedere che, per recuperare consensi, i liberali diventeranno più intransigenti nelle dinamiche di governo, cercando di far prevalere la propria linea su quella degli alleati.