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Lula riparte dall’Amazzonia


La protezione della foresta pluviale e del suo prezioso ecosistema è al centro della politica internazionale del nuovo governo brasiliano, che punta a rafforzare il proprio peso nella governance globale e ritornare in primo piano nel multilateralismo

Federico Larsen Federico Larsen
[BUENOS AIRES] Giornalista e docente italo-argentino. Collabora con Limes, El Pais Digital, Il Manifesto e altri. È membro dell’Istituto di relazioni internazionali dell’Università Nazionale di La Plata.

La protezione della foresta pluviale e del suo prezioso ecosistema è al centro della politica internazionale del nuovo governo brasiliano, che punta a rafforzare il proprio peso nella governance globale e ritornare in primo piano nel multilateralismo

Luiz Inácio Lula da Silva, tornato alla presidenza del Brasile dopo 11 anni intensissimi, che lo hanno visto passare dal carcere di Curutuba ai bagni di folla della sua San Paolo alle elezioni di ottobre, sa che il pilastro della nuova politica estera del paese si trova in Amazzonia. Un territorio che copre 2/3 del Sudamerica, con la rete fluviale più estesa del mondo, che rappresenta il 15% dell’acqua dolce non congelata disponibile sul pianeta, il 35% dei boschi primari, e la metà della flora e fauna globali. Un ecosistema complesso e delicato, in cui vivono circa 390 popoli indigeni, la cui cultura e lingua rappresentano un patrimonio intangibile per tutta l’umanità, e che oggi è al centro dell’attenzione mondiale.

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