Brexit: è scontro UK-Francia sulla pesca nell’isola di Jersey
La Francia ha inviato due pattugliatori vicino l'isola di Jersey come risposta alla precedente decisione del Regno Unito di mandare due navi della Royal Navy
La Francia ha inviato due pattugliatori vicino l’isola di Jersey come risposta alla precedente decisione del Regno Unito di mandare due navi della Royal Navy
I diritti di pesca sono stati uno dei temi più spinosi nei complicati negoziati tra l’Unione europea e il Regno Unito per l’accordo commerciale su Brexit. Quell’accordo, però, alla fine è stato raggiunto, è entrato in vigore ed è anche stato approvato definitivamente dal Parlamento europeo il 28 aprile scorso. Eppure i contrasti tra il Governo francese e quello britannico – i due più litigiosi – non si sono risolti. E anzi hanno raggiunto ieri un nuovo picco: il rischio di uno scontro militare non esiste, ma la situazione che si è creata ci dice molto sul nazionalismo che tira sia a Parigi che a Londra.
Cosa sta succedendo nell’isola di Jersey
È successo che ieri la Francia ha inviato due pattugliatori nelle acque intorno a Jersey, un’isola nel canale della Manica legata politicamente al Regno Unito, pur non facendone parte: lo ha fatto ufficialmente per “garantire la sicurezza di navigazione” e “l’incolumità delle vite umane in mare”.
Si è trattato di una risposta proporzionata alla precedente decisione del Regno Unito di mandare due navi della Royal Navy – la HMS Tamar e la HMS Severn – nei pressi di Jersey. Una “misura precauzionale”, come è stata descritta dall’ufficio del Primo Ministro Boris Johnson, motivata a sua volta dal blocco del porto di Saint Helier (capitale dell’isola) portato avanti da una cinquantina di pescherecci francesi.
I pescatori francesi protestano contro le nuove norme sulla pesca imposte da Jersey, che ritengono essere troppo restrittive e sfavorevoli. La Francia ha minacciato di tagliare le sue forniture elettriche all’isola (il 95% del totale) se non rivedrà le regole; il Regno Unito ha sottolineato il suo “sostegno incrollabile” per Jersey.
Le motivazioni
Più che sulle dichiarazioni di Francia e Regno Unito – l’intera situazione è gonfia di muscolarismo -, è maggiormente utile concentrarsi sulle motivazioni delle varie parti coinvolte.
I pescatori francesi attivi nelle acque di Jersey, molto vicina alla Normandia, dicono che le nuove regole per l’assegnazione delle licenze di pesca introdotte dall’isola dopo Brexit sono sia complesse da gestire, sia sfavorevoli. Le autorità di Jersey affermano di stare semplicemente rispettando l’accordo commerciale tra Regno Unito e Unione europea, chiedendo ai francesi di dimostrare di aver operato nella zona in maniera continuativa per diversi anni: non tutti i pescherecci – anzi: la minoranza – riescono tuttavia a soddisfare il criterio e a vedersi riconosciuta la licenza.
Per la Francia e il Regno Unito i diritti di pesca sono innanzitutto una questione economica e simbolica. La narrativa britannica a favore di Brexit si è incentrata proprio sul presunto recupero della sovranità e dell’esclusività di sfruttamento delle proprie acque, anche se poi il contributo della pesca al Pil è limitato. L’accesso alle acque del Regno Unito è importante per la Francia, visto che circa un quarto del proprio pescato arriva dalla porzione britannica dell’Atlantico del nord.
In ultimo, bisogna considerare le motivazioni elettorali. Tanto per Boris Johnson quanto per il Presidente francese Emmanuel Macron è utile inscenare un confronto militare per poter così mostrare alle rispettive opinioni pubbliche di avere a cuore la difesa dell’interesse nazionale. Ieri nel Regno Unito si sono tenute un gran numero di elezioni, e le più rilevanti da un punto di vista geopolitico sono quelle in Scozia, dove si è riaccesa la voglia di indipendenza; nel 2022 in Francia ci saranno le elezioni presidenziali e Macron dovrà confrontarsi soprattutto con Marine Le Pen (a destra) e Anne Hidalgo (a sinistra). Non è detto, ovviamente, che il litigio a Jersey basti a cambiare gli orientamenti di voto.
La Francia ha inviato due pattugliatori vicino l’isola di Jersey come risposta alla precedente decisione del Regno Unito di mandare due navi della Royal Navy
I diritti di pesca sono stati uno dei temi più spinosi nei complicati negoziati tra l’Unione europea e il Regno Unito per l’accordo commerciale su Brexit. Quell’accordo, però, alla fine è stato raggiunto, è entrato in vigore ed è anche stato approvato definitivamente dal Parlamento europeo il 28 aprile scorso. Eppure i contrasti tra il Governo francese e quello britannico – i due più litigiosi – non si sono risolti. E anzi hanno raggiunto ieri un nuovo picco: il rischio di uno scontro militare non esiste, ma la situazione che si è creata ci dice molto sul nazionalismo che tira sia a Parigi che a Londra.
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