La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha parlato di “momento storico per Bulgaria e Romania” e di un “grande passo avanti sia per gli stati che per l’intera area Schengen”.
Dopo anni di attesa, Romania e Bulgaria hanno ricevuto il via libera per entrare nell’area Schengen. Lo ha annunciato il Consiglio Europeo, dopo aver preso questa decisione all’unanimità il 30 dicembre.
La misura diventerà effettiva a partire dalla fine di marzo: da quel momento, verranno eliminati i controlli alle frontiere aeree e marine tra Romania, Bulgaria e gli altri Paesi che fanno parte dell’area di libera circolazione. Quelli effettuati ai confini terrestri rimangono invece ancora in vigore. “Il Consiglio dovrebbe prendere un’ulteriore decisione per stabilire una data per l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne terrestri” ha spiegato l’istituzione europea, e tutto lascia pensare che un’adesione piena dei due stati all’area Schengen dovrebbe avvenire entro l’anno.
La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha parlato di “momento storico per Bulgaria e Romania” e di un “grande passo avanti sia per gli stati che per l’intera area Schengen”. Anche i due Paesi hanno salutato la decisione come un successo, nonostante le limitazioni che rimangono. “Dopo anni di fallimenti e umiliazioni, il mio governo ha dato vita ad un processo che oggi è irreversibile”, ha sottolineato il premier romeno Marcel Ciolacu, dicendosi fiducioso di una rapida eliminazione dei controlli terrestri. “Non esiste un compromesso di successo in cui entrambe le parti non restino almeno parzialmente insoddisfatte”, ha dichiarato la vice premier bulgara Maria Gabriel.
I due stati sono entrati nell’Unione Europea nel 2007 e per anni hanno cercato di entrare nell’area Schengen. Senza successo, però, nonostante secondo la Commissione, Romania e Bulgaria rispettassero i requisiti tecnici necessari sin dal 2011. A frenare l’entrata dei due Paesi è stata però l’opposizione di alcuni membri dell’area, in particolare Austria e Paesi Bassi.
Vienna si è schierata per anni, con forza, contro l’adesione di Bucarest e Sofia. Principalmente, a preoccupare l’Austria era il controllo delle frontiere esterne dell’UE da parte dei due stati ed i possibili effetti negativi sull’immigrazione irregolare e sugli arrivi di migranti nel proprio territorio. “Schengen deve diventare migliore e non più grande. Non vedo ancora molti progressi, quindi non riesco a immaginare alcun cambiamento”, aveva dichiarato ancora a inizio dicembre Gerhard Karner, ministro dell’Interno austriaco, dopo aver bocciato per l’ennesima volta un’inclusione dei due stati.
Diversa invece la posizione dei Paesi Bassi, che a lungo hanno motivato le proprie resistenze con gli alti livelli di corruzione presenti sia in Bulgaria che in Romania. Questi erano giudicati incompatibili sia con l’apertura delle frontiere, sia con il conseguente scambio di informazioni sensibili.
Che la situazione si potesse finalmente sbloccare è risultato chiaro nel corso dell’ultima settimana di dicembre, quando il parlamento olandese ha rimosso il veto all’entrata in Schengen di Bucarest e Sofia. Per convincere l’Austria sono servite invece delle rassicurazioni maggiori, spiega l’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa: Vienna ha imposto una massiccia presenza di Frontex alle frontiere che Romania e Bulgaria condividono con Serbia e Turchia, e ha anche chiesto ai due Paesi di farsi effettivamente carico dei richiedenti asilo che entrano nell’Unione attraverso il loro territorio.
Le condizioni imposte a Bulgaria e Romania per l’ingresso nell’area Schengen rischiano tuttavia, paradossalmente, di appesantire ancora di più la frontiera che li divide, almeno fino a quando anche i controlli via terra non saranno eliminati. Già adesso il confine è sottoposto ad una grande pressione, per il passaggio di tir e mezzi pesanti.
Dopo anni di attesa, Romania e Bulgaria hanno ricevuto il via libera per entrare nell’area Schengen. Lo ha annunciato il Consiglio Europeo, dopo aver preso questa decisione all’unanimità il 30 dicembre.
La misura diventerà effettiva a partire dalla fine di marzo: da quel momento, verranno eliminati i controlli alle frontiere aeree e marine tra Romania, Bulgaria e gli altri Paesi che fanno parte dell’area di libera circolazione. Quelli effettuati ai confini terrestri rimangono invece ancora in vigore. “Il Consiglio dovrebbe prendere un’ulteriore decisione per stabilire una data per l’eliminazione dei controlli alle frontiere interne terrestri” ha spiegato l’istituzione europea, e tutto lascia pensare che un’adesione piena dei due stati all’area Schengen dovrebbe avvenire entro l’anno.