Il Vietnam è uno stato con unico partito, il CPV, che domina in pratica tutte le istituzioni, incluso il governo, l’esercito e la burocrazia. Il massimo organo del partito è il politburo che consta 19 membri, e viene eletto dal Comitato Centrale, che a sua volta viene eletto durante il congresso quinquennale del partito. I tre leader di maggior peso sono il Segretario Generale del CPV, Nguyen Phu Trong; il Presidente, Tran Dai Quang e il Primo Ministro, Nguyen Xuan Phuc. Trong è stato eletto per un secondo mandato nel gennaio del 2016 durante un congresso del partito, come pure il primo ministro Phuc. Entrambe le nomine sono destinate a mantenere lo status quo. La presidenza è un ruolo per lo più cerimoniale. Quang, un ex capo della polizia, è stato eletto dall’Assemblea Nazionale in Aprile.
La visita del Primo Ministro giapponese ad Hanoi ha chiaramente un intento anticinese. I due Paesi si impegneranno a rafforzare le catene di approvvigionamento e a favorire la transizione energetica
Il modello neo-comunista cinese sta portando il Vietnam a diventare la 19esima economia mondiale e a ereditare da Pechino il ruolo di “fabbrica del mondo”
Dal 25 gennaio al 2 febbraio si terrà il 13esimo Congresso del Partito comunista, il cruciale appuntamento che deciderà le sorti politiche, economiche e diplomatiche dei prossimi cinque anni di Hanoi
Summit Asean, il Sud-est asiatico firma il Rcep con altri Paesi, l’Arabia Saudita inizia a soffrire del crollo del prezzo del petrolio, l’intervento di Macron sull’indipendenza Ue dagli Usa
Il Pil cresce in media del 7% l’anno, l’industria tocca punte del 10%. L’agricoltura, scesa in dieci anni dal 40% al 23% del Pil, è diventata estremamente competitiva e fa paura sia in Asia sia in America. E tuttavia l’ambizione di copiare il modello di sviluppo cinese comporta scompensi e squilibri in un Paese enormemente più piccolo. Il divario tra città e campagne, per esempio…