Il caso Assange non finirà mai di atterrirci. Come ci difenderemo dallo Stato, quando decide di perseguitarci?
“Piuttosto che testimoniare muoio di fame”. Non ha dubbi Chelsea Manning, l’ex militare statunitense che mentre si trovava in Iraq ha fornito a WikiLeaks migliaia di documenti riservati che rivelavano gli abusi commessi dalla truppe americane nel Paese e che è stata di nuovo condannata per essersi rifiutata di testimoniare davanti al gran giurì nell’inchiesta contro Julian Assange.
Manning, che ha 31 anni, ne ha già scontati sette in prigione per tradimento, spionaggio, frode e furto, pena che sarebbe stata più alta (35 anni) se Barack Obama, in uno degli ultimi atti della propria presidenza, non avesse deciso di graziarla. Grandi occhi azzurri, capelli biondi, un padre ex marine, Chelsea Manning, quando si è arruolata, nel 2009, era ancora un uomo. In carcere, ha tentato due volte il suicidio. Il suo avvocato Chase Strangio ha denunciato come abbia trascorso 11 mesi in isolamento, in una cella piccolissima e sia stata obbligata a dormire nuda. Una battaglia, però, l’ha vinta Chelsea Manning durante la sua prigionia: ha ottenuto il permesso di cambiare sesso.
L’attivista americana oggi rischia una reclusione fino a 18 mesi per oltraggio alla corte, oltre a una multa salatissima, che aumenterà giorno dopo giorno, finché non si dovesse decidere a parlare.
Manning ha fatto sapere, tramite il suo avvocato, di non avere altro da aggiungere oltre a quanto già dichiarato davanti alla corte marziale che l’ha condannata: il suo rifiuto a testimoniare vuole attirare l’attenzione sul fatto che l’amministrazione sia più preoccupata del modo in cui sono stati pubblicati i documenti che del loro contenuto.
Ogni novità nel caso Assange, del quale leggiamo sviluppi ormai da un decennio, ci turba ogni volta di più. La sensazione che ne ricaviamo è quella dell’impossibilità che ha il cittadino di difendersi dal suo stesso Stato, se ha osato intaccarne i segreti più inammissibili. I 35 anni che ha rischiato Manning sono un’enormità, per una persona che non ha ammazzato nessuno…
Continueremo a seguire gli sviluppi di questa vicenda, soprattutto per capire se i bilanciamenti tra poteri saranno sufficienti a garantire un futuro alla trentenne Chelsea. In nome dei diritti dell’uomo…
@GiuScognamiglio
Il caso Assange non finirà mai di atterrirci. Come ci difenderemo dallo Stato, quando decide di perseguitarci?