Cina: al via il mese di presidenza al Consiglio di Sicurezza
La Cina assume la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in un momento critico: dal multilateralismo alle crisi regionali, numerose le questioni in atto
La Cina assume la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in un momento critico: dal multilateralismo alle crisi regionali, numerose le questioni in atto
Nel centesimo anniversario del Partito comunista di Cina, la Repubblica popolare assume la presidenza — a rotazione — del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in un momento di grande rilievo per le sorti della comunità internazionale. Proprio nei giorni in cui si svolge il meeting G7 dei Ministri degli Esteri, propedeutico all’incontro tra leader di giugno nel Regno Unito e con focus i rapporti con la Cina, Pechino prende la guida dell’agenda dell’organo più importante delle Nazioni Unite, con il Rappresentante Permanente a New York, l’Ambasciatore Zhang Jun, che ha evidenziato alcune specifiche che accompagneranno l’agenda cinese nel prossimo mese.
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Zhang ha ricordato che i membri del Consiglio hanno apprezzato i risultati del meeting avvenuto con i leader dell’Asean, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico, “che giocano un ruolo positivo e costruttivo nel facilitare una soluzione pacifica” per il Paese. Come spiegato dall’Ambasciatore nel corso della conferenza stampa, la Cina apre a una sempre più proficua attività delle organizzazioni regionali, tanto che si preferirebbe l’Asean protagonista e in prima linea, appoggiata dal Security Council.
Da Zhang un ‘no’ secco alle sanzioni verso la giunta miliare al potere, perché “le misure coercitive aggraverebbero le tensioni e il confronto, generando altri morti e creando un circolo vizioso che non è costruttivo”. La Cina, ha ribadito l’Ambasciatore, supporta tutte le fazioni e i partiti politici interessati al raggiungimento di una soluzione politica attraverso il dialogo, il framework costituzionale e legale.
20 incontri in un mese
L’agenda del Consiglio di Sicurezza per il mese di maggio è fitta di impegni, che andranno a toccare numerose tematiche scottanti. Tra queste, Zhang ha ricordato Bosnia-Erzegovina, Siria, Medio Oriente, Yemen, Iraq, Somalia, Sudan, la protezione dei civili nei confitti armati. Con il multilateralismo che guiderà l’azione cinese: “Nel corso delle commemorazioni per i 75 anni delle Nazioni Unite, i capi di Stato e di Governo hanno enfatizzato quanto il multilateralismo non sia un’opzione ma una necessità, con l’Onu al centro degli sforzi”.
L’Ambasciatore ha anticipato che il 7 maggio il Ministro degli Esteri Wang Yi presiederà l’incontro di alto livello sul mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, dove si parlerà di Covid-19 — “crisi globale senza precedenti che ha impattato profondamente”, ha affermato Zhang — e conflitti in Africa — al centro dell’agenda del Consiglio di Sicurezza con il 50% dei lavori dedicati al continente.
La Cina assume la presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in un momento critico: dal multilateralismo alle crisi regionali, numerose le questioni in atto
Nel centesimo anniversario del Partito comunista di Cina, la Repubblica popolare assume la presidenza — a rotazione — del Consiglio di Sicurezza dell’Onu in un momento di grande rilievo per le sorti della comunità internazionale. Proprio nei giorni in cui si svolge il meeting G7 dei Ministri degli Esteri, propedeutico all’incontro tra leader di giugno nel Regno Unito e con focus i rapporti con la Cina, Pechino prende la guida dell’agenda dell’organo più importante delle Nazioni Unite, con il Rappresentante Permanente a New York, l’Ambasciatore Zhang Jun, che ha evidenziato alcune specifiche che accompagneranno l’agenda cinese nel prossimo mese.
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