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La Cina ha presentato un piano di pace per fermare la guerra in Ucraina


Kiev lo commenta tiepidamente, mentre Stati Uniti e Unione Europea lo criticano apertamente. Tra i 12 punti del piano cinese: sì al rispetto della sovranità, no alle armi nucleari, fine delle sanzioni e ripresa del dialogo

Ad un anno e un giorno dall’inizio dell’invasione della Russia in Ucraina gli addetti ai lavori si interrogano ancora sul ruolo interlocutorio della Cina, accusata, da una parte, di non aver stigmatizzato a sufficienza l’intervento militare della Federazione e, dall’altra, persino di agevolare quella ribattezzata da Mosca “operazione militare” con armi e aiuti economici. Ma la formulazione di un piano della pace in 12 punti pubblicato nelle scorse ore dal Ministero degli Esteri di Pechino, che segue il tour europeo di Wang Yi conclusosi con una tappa nella capitale russa, racconta semmai l’importanza strategica che la Repubblica Popolare detiene, insieme agli Stati Uniti, per la fine del conflitto.

È evidente che per la pace in Ucraina saranno necessari passi indietro da parte degli schieramenti coinvolti. Perché è impensabile diplomaticamente la gestione di una Russia sconfitta e annichilita, così come risulta quantomeno complicato immaginare una completa resa dell’esercito ucraino e concessioni territoriali che vadano a sacrificare obtorto collo la sovranità della nazione guidata da Volodymyr Zelensky. Nel mezzo dell’equilibrio, una popolazione allo stremo, che ha subito un lungo anno di violenze e vessazioni, alla ricerca di una reale via d’uscita dall’incubo iniziato il 24 febbraio 2022.

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