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Cina/Usa: sfida strategica in vista del Trump 2


Xi Jinping domina il summit APEC di Lima, tra avvertimenti anti protezionismo trumpiano e accordi commerciali. La Cina è il primo partner commerciale del Perù e il secondo dell’America Latina.

"Il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti, l'unilateralismo e il protezionismo si stanno diffondendo, la frammentazione dell'economia mondiale si è intensificata. Ostacolare la cooperazione economica con vari pretesti, insistendo sull'isolamento del mondo interdipendente, sta invertendo il corso della storia".

È il passaggio più accorato del discorso di Xi Jinping al ceo summit dell'Apec (Cooperazione Economica Asia-Pacifico) di Lima. Il presidente cinese è arrivato in Perù pochi giorni dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni negli Stati Uniti. Non è un caso che Xi stia dando grande importanza alla sua visita in Sudamerica, che comprende anche una visita di Stato sia in Perù sia in Brasile, dove partecipa al vertice del G20 ospitato da Lula.

Proprio mentre Trump è pronto a rilanciare dazi e protezionismo, la Cina si racconta dunque come baluardo del libero commercio, potenza responsabile di fronte alle incognite e potenziali instabilità del secondo mandato del tycoon alla Casa Bianca. All'Apec, come da tradizione, si è concentrato sul lato economico e commerciale. Xi ha elencato una serie di misure recenti adottate dal governo cinese per attrarre investimenti esteri, tra cui l’aumento del numero di industrie cinesi che possono ricevere investimenti esteri, nonché l’esenzione unilaterale dal visto per gli stranieri che visitano il gigante asiatico.

"La Cina attuerà politiche di apertura più indipendenti e unilaterali, espanderà la rete di zone di libero scambio di alto livello di fronte al mondo e aprirà ancora di più la porta verso la Cina", ha affermato il leader cinese.

Non a caso, Xi e la presidente peruviana Dina Boluarte hanno firmato un rafforzamento dell'accordo di libero scambio siglato già nel 2009. E, soprattutto, hanno inaugurato il mega porto di Chancay. La città, che si trova a 80 chilometri a nord di Lima, è destinata secondo i media cinesi e peruviani a diventare la "Singapore del Sudamerica".  Il nuovo scalo portuale gestirà un milione di container all'anno, dimezzando i tempi di consegna da 45 a 23 giorni sulla rotta con Shanghai. Grazie a Chancay, le navi non richiederanno più uno scalo al porto di Manzanilla in Messico o a Long Beach in California. Anche i carichi brasiliani, che a volte viaggiano verso est verso l’Asia o attraverso il Canale di Panama, potranno risparmiare almeno 10 giorni di tempo di viaggio, ha affermato Cosco. Si calcola un ulteriore risparmio del 20% sui costi logistici e la creazione di oltre ottomila posti di lavoro. La Cina è stabilmente il primo partner commerciale del Perù, rappresentando il 40% delle esportazioni del paese e il 25% delle importazioni nel 2023.

Ma il ruolo sempre più centrale giocato da Pechino in Sudamerica, tradizionalmente più vicino agli Stati Uniti, si estende a tutto il continente. "I veri amici si sentono sempre vicini, non importa la distanza che li separa", ha scritto Xi citando un antico poema cinese in un articolo pubblicato sui media peruviani. Da quando è diventato capo di stato, Xi è stato cinque volte in America Latina e ha visitato 11 Paesi della regione. Dal 2012, anno del suo insediamento come segretario generale del Partito comunista, la Cina è il secondo partner commerciale dell'America Latina. Nel 2023, il commercio tra le due parti è cresciuto del 7,7% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 485,7 miliardi di dollari. Secondo un rapporto pubblicato di recente dalla Commissione economica delle Nazioni Unite per l'America Latina e i Caraibi, quest'anno la Cina sarà il mercato di esportazione più in crescita della regione.

Anche in Brasile sono previsti diversi accordi. Il commercio bilaterale è aumentato di quasi il 10% nei primi 10 mesi del 2024. Il Brasile è stato il principale partner commerciale della Cina in America Latina per un lungo periodo di tempo, diventando il primo Paese della regione a superare i 100 miliardi di dollari di valore delle esportazioni verso la Repubblica Popolare. Il ministero degli Esteri cinese ha inviato una delegazione a Brasilia alla fine di ottobre per prepararsi alla visita di Xi. Pechino è disposta a rafforzare i suoi investimenti nel Paese, che già spaziano dall'agricoltura ai veicoli elettrici. Includono la più vasta attività di BYD nel settore dei veicoli elettrici al di fuori dell'Asia, con sede in un ex stabilimento Ford Motor nello stato di Bahia, e una partnership locale con il produttore cinese di smartphone Oppo. Il Brasile sta anche corteggiando SpaceSail, un produttore di satelliti con sede a Shanghai, per competere con il servizio Internet Starlink di Musk. Secondo i media cinesi, Pechino vede il Brasile come una base ideale per la produzione e come una porta verso altri paesi dell'America Latina con cui ha accordi di libero scambio.

Ma attenzione, perché dal Brasile ci si possono aspettare passaggi più puramente politici, con Xi che spingerà senz'altro la sua posizione a favore del negoziato sulla guerra in Ucraina, grazie anche alla sponda di Lula. Il presidente cinese ne approfitterà per chiedere anche il cessate il fuoco immediato a Gaza, con l'attuazione della soluzione dei due Stati per la Palestina. La sfida retorica e strategica con il Trump 2.0 è appena cominciata.

 

 

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