Coronavirus, Cile: l’accesso all’acqua
Coronavirus: in Cile l'acqua è un affare di mercato. A Petorca è fondamentale per irrigare i campi di avocado. Oggi, per evitare il contagio, c'è chi si organizza per accedere alle risorse idriche
![Attivista Greenpeace con manifesto Coronavirus, Cile: l'accesso all'acqua](https://eastwest.eu/wp-content/uploads/2020/04/cile-acqua-greenpeace-scaled.jpg)
“Lavarsi spesso le mani”, la raccomandazione per evitare il contagio da coronavirus, in Cile non è così semplice: il 40% dei comuni soffre difficoltà di accesso all’acqua, 400mila famiglie rurali non hanno acceso all’acqua potabile, 1 milione e mezzo di persone accede all’acqua tramite i camion cisterna.
Il problema dell’acqua non dipende da sfortunate condizioni naturali. Il Cile è considerato un Paese ricco, fa parte dell’Ocse, il club dei Paesi sviluppati, ha uno dei redditi pro capite più alti dell’America Latina. L’acqua in Cile è un affare di mercato: si può comprare, vendere o affittare. E rappresenta una delle più feroci facce della diseguaglianza.
L’affare dell’acqua è una delle vene aperte del Paese: la gran parte del consumo idrico è destinato alle attività estrattive delle miniere e alle coltivazioni intensive, organizzate in forme di oligopolio e spesso di proprietà straniera. C’è un settore privato che si è arricchito silenziosamente commerciando acqua. E come ogni prodotto di mercato, come se fosse una Tv o un’automobile, c’è chi lo può comprare e chi resta senza.
Le coltivazioni intensive di avocado
Andiamo nella provincia di Petorca, a nord di Valparaiso: terra di coltivazione dell’avocado. L’oro verde è un frutto tropicale, originario del Centro America, ma il Cile ha iniziato a produrlo già dagli anni ‘80 e oggi è diventato il terzo esportatore mondiale, soprattutto verso Cina e Europa. I terreni coltivati ad avocado sono triplicati dal 1993 a oggi. Il costo di questo progresso è a carico di chi vive nella valle di Petorca, dove l’acqua è priorità per irrigare i campi di avocado. E oggi, per difendersi dal coronavirus, le popolazioni locali si sono auto-organizzate per accedere all’acqua. Ce lo racconta Rodrigo Mundaca Cabrera, Presidente del Modatima Movimiento de Defensa del Agua la Tierra y la Protección del Medio Ambiente.