Coronavirus oggi: l'Italia è circondata da Paesi in preda alla seconda ondata, ma sta gestendo bene la situazione. Graduale ritorno alla normalità, ma senza abbassare la guardia
Coronavirus oggi: l’Italia è circondata da Paesi in preda alla seconda ondata, ma sta gestendo bene la situazione. Graduale ritorno alla normalità, ma senza abbassare la guardia
Dal punto di vista del Covid, per l’Italia calza a pennello la metafora dell’occhio del ciclone, dove, come è noto, regna la calma apparente, mentre tutto intorno è tempesta. Gli ultimi dati sulla situazione nel resto d’Europa, infatti, con le eccezioni di Svezia e Germania, sono terribili.
Questo nemico infernale continua a scorrazzare come Gog e Magog ai quattro angoli del Vecchio Continente come una furia devastatrice, affrontata coraggiosamente da medici e infermieri in prima linea. Sarà così finché non si arriverà al vaccino, non prima del 2021.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità non giunge nessuna buona notizia, anzi. La situazione della pandemia in Europa “è molto grave, i casi settimanali hanno superato quelli segnalati quando il contagio haraggiunto per la prima volta il picco a marzo”. Lo ha detto qualche giorno fa il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, che fotografa la lotta al Covid-19 addirittura come una battaglia che ora si rischia di perdere: la scorsa settimana, il conteggio settimanale ha superato i 300mila contagi. E più della metà dei Paesi europei ha segnalato un aumento dei casi superiore al 10% nelle ultime due settimane. Se non è aumento esponenziale questo…
Secondo l’Oms, in Europa si registra anche un forte incremento delle vittime (+27% sulla settimana precedente). Il Ministero della Sanità spagnola ha annunciato che 241 persone sono morte a causa del coronavirus nelle ultime 24 ore. Si tratta del numero più alto di morti dall’inizio della seconda ondata (durante la prima il record è stato di 950 in un solo giorno). Anche la Francia preoccupa per l’escalation, con oltre 10mila persone positive al giorno. Nel Paese d’Oltralpe un dipartimento su due è stato dichiarato “zona rossa”.
La situazione non è buona nemmeno nei Paesi del Nord, come Belgio, Olanda, Austria e Ungheria. L’Inghilterra teme un nuovo picco e persino in Svizzera i contagi sono cresciuti in modo esponenziale. In particolare, il Regno Unito di Boris Johnson potrebbe tornare a ottobre a un livello di 50.000 contagi al giorno (contro i 3900 di domenica scorsa) e di 200 morti quotidiani, se il rimbalzo dei casi non verrà fermato nelle prossime ore. Nel bollettino di guerra non manca la Repubblica Ceca, che registra un’impennata simile alla Francia (il Governo ha proclamato lo Stato d’emergenza e il Ministro della Sanità Adam Vojtech si è addirittura dimesso). La lista si allunga se prendiamo in considerazione Romania e Montenegro. La Svezia ha una situazione simile all’Italia, anche se – come è noto – non è mai stata in regime di lockdown (forse il mistero si spiega con la minore densità demografica e le distanze infinitamente più ampie che nella nostra penisola).
Per concludere, l’Italia sta meglio di altri Paesi, ma non è assolutamente il caso di cantare vittoria. Sta gestendo meglio la situazione per diverse ragioni: è stata la prima ad affrontare il virus, nei giorni terribili di marzo; dispone di uno dei sistemi sanitari più efficienti del mondo, pur nelle difficoltà ad affrontare una malattia inedita in letteratura scientifica, con tutte le conseguenze; ha saputo gestire al meglio il lockdown, a differenza di altri Paesi che non hanno capito che ripresa economica e sconfitta del virus viaggiano di pari passo. I drammi e le difficoltà patiti in questi mesi ci portano, per effetto del subconscio, a sottovalutare quel che accade intorno a noi, a sentirci come se fossimo usciti dal tunnel. In realtà ne vediamo la luce, ma ci siamo ancora dentro.
La situazione – Dio non voglia – potrebbe rovesciarsi, anche in pochi giorni, vista l’altissima capacità e velocità dicontagio del Covid. Serve ancora grande prudenza; anche, come ha detto il Ministro della Salute Speranza “per non vanificare i sacrifici fatti finora”.
Dal punto di vista del Covid, per l’Italia calza a pennello la metafora dell’occhio del ciclone, dove, come è noto, regna la calma apparente, mentre tutto intorno è tempesta. Gli ultimi dati sulla situazione nel resto d’Europa, infatti, con le eccezioni di Svezia e Germania, sono terribili.
Questo nemico infernale continua a scorrazzare come Gog e Magog ai quattro angoli del Vecchio Continente come una furia devastatrice, affrontata coraggiosamente da medici e infermieri in prima linea. Sarà così finché non si arriverà al vaccino, non prima del 2021.
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