Coronavirus: la scelta di sospendere i finanziamenti all'Oms è ingiustificabile per l'Ue. Per la Russia è una reazione che mostra egoismo, la Cina chiede il rispetto degli obblighi
Coronavirus: la scelta di sospendere i finanziamenti all’Oms è ingiustificabile per l’Ue. Per la Russia è una reazione che mostra egoismo, la Cina chiede il rispetto degli obblighi
Donald Trump è passato dalle parole ai fatti, concretizzando l’annuncio dei giorni scorsi di voler sospendere i finanziamenti all’Organizzazione mondiale della sanità. La mossa è da inquadrare nella sua personale polemica con l’agenzia Onu e la Cina: per l’inquilino della Casa Bianca, “l’Oms ha fallito nei suoi compiti basilari ed è responsabile” della diffusione della pandemia di coronavirus.
Ma cosa significa fattualmente la privazione di risorse alla World Health Organization? Il sistema delle Nazioni Unite si basa sui contributi degli Stati membri e di altri enti internazionali. Il finanziamento Onu per il regular budget si divide in contributi obbligatori e contributi volontari, con i primi che si basano sul reddito pro capite. Gli Stati Uniti, avendo il coefficiente più alto, sono i primi contribuenti dell’organizzazione internazionale con sede a New York: i versamenti di Washington rappresentano il 22% del totale, pari a circa 678 milioni di dollari, in un budget complessivo di 3 miliardi di dollari per il 2020. Il bilancio è stato approvato a fine 2019, per la prima volta dal 1973 adottato per un solo anno e non per il biennio.
Diverse le specifiche per l’Oms. Nel biennio 2018-2019, gli Usa hanno versato nelle casse dell’agenzia Onu circa 893 milioni di dollari, di cui un quarto di questi come obbligatori e i restanti volontari. La Cina si ferma a circa 86 milioni di dollari, di cui quasi 76 obbligatori e poco più di 10 volontari. La differenza di proporzione è evidente, ma il Pil cinese è da suddividere tra molti più abitanti rispetto a quelli degli States. Per il biennio preso in considerazione, gli Stati membri dell’Oms hanno votato un bilancio pari a circa 5 miliardi e 624 milioni di dollari, con Washington che rappresenta il 14,67% del totale.
Non pagare i contributi obbligatori alle Nazioni Unite porta alla sospensione del voto, sia a livello di Assemblea Generale secondo l’art. 19 della Carta dell’Onu, che di Oms (art. 7 della Costituzione Who). E la volontà di sospensione statunitense dei fondi impatterà sull’organizzazione con sede a Ginevra, soprattutto nel momento più critico di lotta al Covid-19. Per il Segretario GeneraleAntónio Guterres l’Oms è di “fondamentale importanza negli sforzi per vincere la guerra” contro il virus, e per questo motivo deve essere supportata. Questo” — continua il Segretario Generale — “è il tempo dell’unità e per lavorare insieme”.
Dalla comparsa del virus in Cina, Trump è stato estremamente altalenante nelle sue dichiarazioni: il 24 gennaio scorso, il Presidente scriveva che Pechino “ha lavorato duramente per contenere il coronavirus. Gli Stati Uniti apprezzano enormemente gli sforzi e la trasparenza”, ringraziando la sua controparte Xi Jinping. Con la crescita repentina di contagiati e morti negli Stati Uniti, il Commander-in-Chief ha iniziato a chiamare la pandemia ‘virus cinese’, con un occhio attento ai sondaggi sul job approval, nell’anno delle elezioni: secondo Reuters, il 55% dei cittadini vede negativamente l’azione del Presidente, dati non dissimili da quelli della Cnn (53%) e di Politico (52%).
Sul fronte internazionale è un coro di voci contrarie alla scelta di Trump. Per l’Unione europeasi è espresso l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell: “Mi rammarico profondamente per la decisione degli Stati Uniti di sospendere i finanziamenti all’Organizzazione mondiale della sanità. Non c’è ragione che giustifichi questa mossa, in un momento” — ha ricordato Borrell — “in cui gli sforzi sono necessari più di sempre, per contribuire a contenere e mitigare la pandemia da coronavirus. Solo mettendo insieme le forze potremo superare questa crisi, che non conosce frontiere”.
Attraverso il viceministro degli Esteri Sergej Ryabkovla Russia chiede che gli Stati Uniti fermino ulteriori attacchi all’Oms, organizzazione rispettata dalla maggioranza dei Governi del mondo e che, secondo Mosca, sta lavorando in linea con i dettami della sua Costituzione. “Chiediamo che gli Usa siano responsabili nelle loro politiche verso l’organizzazione, senza rovinare le basi della cooperazione internazionale nel campo della medicina e della biologia”. Il portavoce del Ministero degli Esteri della Cina, Zhao Lijian, ha fatto sapere che “bloccando i fondi all’Oms, gli Usa ne mineranno la capacità d’azione, così come la cooperazione globale nella lotta al Covid-19. Tutti i Paesi, inclusi gli Stati Uniti, ne saranno di conseguenza colpiti”.
Donald Trump è passato dalle parole ai fatti, concretizzando l’annuncio dei giorni scorsi di voler sospendere i finanziamenti all’Organizzazione mondiale della sanità. La mossa è da inquadrare nella sua personale polemica con l’agenzia Onu e la Cina: per l’inquilino della Casa Bianca, “l’Oms ha fallito nei suoi compiti basilari ed è responsabile” della diffusione della pandemia di coronavirus.
Ma cosa significa fattualmente la privazione di risorse alla World Health Organization? Il sistema delle Nazioni Unite si basa sui contributi degli Stati membri e di altri enti internazionali. Il finanziamento Onu per il regular budget si divide in contributi obbligatori e contributi volontari, con i primi che si basano sul reddito pro capite. Gli Stati Uniti, avendo il coefficiente più alto, sono i primi contribuenti dell’organizzazione internazionale con sede a New York: i versamenti di Washington rappresentano il 22% del totale, pari a circa 678 milioni di dollari, in un budget complessivo di 3 miliardi di dollari per il 2020. Il bilancio è stato approvato a fine 2019, per la prima volta dal 1973 adottato per un solo anno e non per il biennio.
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