Il Fronte Polisario ha sospeso i rapporti diplomatici con la Spagna per aver sostenuto il Marocco sulla questione dell’autonomia del Sahara occidentale. D’accordo anche l’Algeria, che ha richiamato il proprio ambasciatore a Madrid
Il Fronte Polisario, il gruppo armato-politico del popolo sahrawi, ha sospeso le relazioni diplomatiche con la Spagna. La decisione si lega all’appoggio dato da Madrid al piano del Marocco per l’autonomia del Sahara occidentale, una vasta area desertica compresa tra il Marocco, la Mauritania, l’Algeria e l’Oceano Atlantico.
Cos’è il Sahara occidentale
Il Sahara occidentale è stato una colonia della Spagna fino al 1975, anno in cui venne annesso dal Marocco; anche la Mauritania ne controllava inizialmente una zona, rinunciandovi però dopo poco tempo. Nel 1976 il Fronte Polisario, appoggiato dall’Algeria, proclamò nel territorio uno stato indipendente, la Repubblica democratica araba dei sahrawi; la dichiarazione portò a una guerra con il Marocco conclusasi nel 1991, con una tregua mediata dalle Nazioni Unite.
Il Sahara occidentale è stato diviso verticalmente in due parti: una, più grande, è controllata dal Marocco, e l’altra dal Fronte Polisario. L’accordo del 1991 prevedeva la convocazione di un referendum sull’indipendenza del territorio, che però non si è mai tenuto: Rabat, al contrario, ha rafforzato il controllo sulla zona attraverso investimenti economici e infrastrutturali.
Per il Marocco, il Sahara occidentale è importante sia per la presenza di risorse (fosfati e pesci) sia perché rappresenta l’unica via di collegamento terrestre con un paese africano (la Mauritania) diverso dall’Algeria, sua rivale. L’Algeria, invece, sostiene il Fronte Polisario per una ragione di convenienza geopolitica: preferisce avere come vicina la Repubblica dei sahrawi piuttosto che un Marocco ancora più esteso e potenzialmente potente.
Gli scontri sui migranti e sulle forniture di gas
Il mese scorso la Spagna ha appoggiato, definendola “seria” e “realistica”, la proposta del Marocco per l’autonomia (limitata) del Sahara occidentale, che manterrebbe comunque il territorio sotto la propria sovranità. Rabat ha presentato il piano come una soluzione alla disputa con il Fronte Polisario, che tuttavia è contrario: vuole il referendum e l’indipendenza.
La presa di posizione di Madrid sulla questione del Sahara occidentale rappresenta una rottura della sua storica politica di neutralità. La settimana scorsa il capo del Governo spagnolo Pedro Sánchez è peraltro andato in visita in Marocco per aggiustare i legami bilaterali dopo che, un anno fa, la Spagna aveva concesso l’ingresso nel Paese al leader dei sahrawi, Brahim Ghali, per ricoverarsi in ospedale. Per ritorsione Rabat, che considera Ghali un criminale di guerra, aveva allentato i controlli alla frontiera con Ceuta (città spagnola sull’estremità settentrionale del Marocco) e favorito l’ingresso di ottomila migranti. La svolta del Governo Sánchez, criticata dalla sinistra spagnola, è motivata anche da interessi economici, perché la normalizzazione del commercio con il Marocco è cruciale per il benessere delle enclave di Ceuta e Melilla.
La mossa spagnola ha fatto alterare l’Algeria, che sostiene il Fronte Polisario contro il Marocco. A marzo il Governo algerino ha richiamato il proprio ambasciatore a Madrid; dopodiché ha sfruttato i legami energetici con la Spagna – è la sua principale fornitrice di gas – per aumentare la pressione politica. Il 1° aprile Sonatrach, la società energetica statale algerina, ha anticipato infatti che potrebbe rivedere al rialzo il prezzo delle forniture di gas alla Spagna, e alla Spagna soltanto, per adeguarlo agli attuali valori di mercato. Il tempismo e il contenuto dell’annuncio lasciano immaginare che dietro alle motivazioni economiche ci sia ben altro. E che anche l’Algeria sfrutti il gas come una leva geopolitica in maniera non troppo diversa dalla Russia.