Il coronavirus torna a diffondersi nella città in cui è stato scoperto, a un anno di distanza dagli ultimi contagi locali. Chiusure e lockdown: la Cina alle prese con la variante Delta.
Lockdown a Wuhan. Un anno e mezzo dopo, torna un’espressione che aveva anticipato quella che sarebbe diventata la triste normalità. Non solo (anzi, non tanto) della Cina ma di tutto il mondo.
Ora, quando ormai i cittadini della Repubblica Popolare pensavano di aver archiviato l’emergenza, il coronavirus torna a bussare alla porta della metropoli della provincia dello Hubei nella quale era stato scoperto. E, in generale, la variante Delta del Covid-19 desta qualche preoccupazione al governo cinese, che dopo l’ondata iniziale aveva gestito in maniera efficace la pandemia di fatto azzerando la diffusione dei contagi per lunghissimo tempo.
La sconfitta del virus
La “vittoria sul demone” del virus, preannunciata dallo stesso Xi Jinping in visita a Wuhan nel marzo del 2020, ha consentito peraltro alla Cina non solo di uscire per prima dall’emergenza sanitaria, ma anche di far ripartire la sua economia prima degli altri. Non a caso, Pechino ha fatto segnare una crescita del PIL del 2,3% nello scorso anno. Risultato mancato da tutte le altre economie mondiali, bloccate con il segno meno.
Non solo. L’inefficienza dimostrata da diversi Paesi occidentali, Stati Uniti in primis, nella gestione dell’emergenza (quantomeno nelle prime fasi), ha garantito al Partito Comunista Cinese un’altra doppia opportunità. La prima: rafforzare la propria narrativa interna, mettendo a confronto i propri successi in ambito sanitario e gli insuccessi dei rivali occidentali. La seconda: rafforzare la propria retorica verso l’esterno, attraverso la diplomazia delle mascherine prima e quella dei vaccini poi.
Variante Delta e dubbi sul vaccino cinese
Ora, però, sembra poter tornare tutto in discussione. Già nelle scorse settimane la distribuzione dei vaccini cinesi ha subito qualche battuta d’arresto, a causa della sua efficacia, che sarebbe ridotta di fronte alla diffusione della variante Delta rispetto ad altre opzioni sviluppate da case farmaceutiche occidentali.
Ma, soprattutto, torna la preoccupazione all’interno dei confini cinesi, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 96 nuovi casi di Covid-19, 71 dei quali locali. Si tratta del numero più alto di contagi dallo scorso gennaio.
Il nuovo epicentro dell’epidemia è Nanchino, capitale della provincia sud-orientale dello Jiangsu. Da qui, dall’aeroporto Lukou, ha avuto origine un focolaio tra i dipendenti dello scalo che stavano pulendo un aereo proveniente dalla Russia. I 9,3 milioni di abitanti di Nanchino sono stati tutti sottoposti a due round di tamponi nei giorni scorsi e ora i nuovi contagi giornalieri si sono stabilizzati tra le 30 e le 40 unità.
Turismo interno di nuovo a rischio
L’emergenza si è poi spostata anche nelle province interne. Prima nello Hunan, per l’esattezza a Zhangjiajie, meta di diversi turisti provenienti proprio da Nanchino. Qui la fonte del focolaio sarebbe stato uno spettacolo teatrale al quale hanno assistito circa cinquemila persone. Le autorità stanno cercando (a fatica) di tracciare tutti coloro che hanno partecipato, chiudendo nel frattempo tutte le attrazioni turistiche. Chiunque deve sottoporsi a un test anti Covid prima di poter lasciare la città.
È infatti proprio al turismo e agli spostamenti delle recenti settimane che le autorità attribuiscono l’aumento dei contagi su scala nazionale. Per lunghi mesi i cittadini cinesi hanno vissuto come se il coronavirus non fosse sostanzialmente mai esistito. Viaggi consentiti, ristoranti e negozi sempre aperti, folle a concerti e altri eventi di massa.
Ora però questo stile di vita torna a rischio. Tanto che si torna a parlare di lockdown. E la Cina ha già dimostrato che i suoi lockdown sono particolarmente stringenti. Chiusa la città di Zhuzhou (2,7 milioni di abitanti), a rischio anche l’isola di Hainan, altra popolarissima meta turistica della stagione estiva cinese.
Nuovi lockdown e tamponi a tappeto
È stato intanto imposto il lockdown a sei complessi residenziali nel distretto nord-occidentale di Haidian, mentre nel distretto di Changping lo stesso provvedimento è stato preso per altri nove complessi. A Zhengzhou, già colpita di recente da una violentissima alluvione, sono stati sottoposti a tampone circa dieci milioni di residenti.
Il fatto che la diffusione iniziale sia cominciata da un aeroporto ha fatto sì che la variante Delta arrivasse in diverse province cinesi e che dunque non potesse essere contenuta come fatto di solito a livello locale. Coinvolte anche le province del Liaoning e del Sichuan, mentre Pechino torna a blindarsi, bloccando i treni ad alta velocità in 23 stazioni dopo aver registrato quattro contagi.
In tutto, la variante è arrivata in 35 città e 17 province.
Ma ciò che fa più effetto, anche a livello simbolico, è che in parziale lockdown ci debba tornare anche Wuhan, la città simbolo della prima resistenza alla diffusione del virus.
Situazione a Wuhan
La zona finanziaria di Zhuankou è stata designata come area a medio rischio e ai residenti sono state imposte forti restrizioni di movimento. Contemporaneamente è partita una campagna di tamponi a tappeto per tutti i 12 milioni di abitanti della città. Dopo che sette lavoratori migranti sono risultati positivi ed è stata confermata la trasmissione locale del virus per la prima volta da giugno 2020.
In tutto, a luglio ci sono stati 328 contagiati: un numero molto basso in generale, ma che è quasi lo stesso del totale delle infezioni dei precedenti cinque mesi in Cina. Nel frattempo, continua la campagna vaccinale. A oggi le autorità affermano di aver somministrato 1,6 miliardi di dosi. Un numero impressionante, ma le perplessità sull’efficacia dei sieri cinesi nel contenimento delle nuove varianti rappresenta un’incognita in più.
Lockdown a Wuhan. Un anno e mezzo dopo, torna un’espressione che aveva anticipato quella che sarebbe diventata la triste normalità. Non solo (anzi, non tanto) della Cina ma di tutto il mondo.
Ora, quando ormai i cittadini della Repubblica Popolare pensavano di aver archiviato l’emergenza, il coronavirus torna a bussare alla porta della metropoli della provincia dello Hubei nella quale era stato scoperto. E, in generale, la variante Delta del Covid-19 desta qualche preoccupazione al governo cinese, che dopo l’ondata iniziale aveva gestito in maniera efficace la pandemia di fatto azzerando la diffusione dei contagi per lunghissimo tempo.