Era il 1926 quando, appena ventiduenne, Balthasar Klossowski de Rola – in arte Balthus – spalancò i propri occhi in un’epifania legata ai capolavori rinascimentali italiani, grazie ad un viaggio intrapreso con il suo mentore, il poeta austriaco Rainer Maria Rilke. Da quel momento, fondamentale per la formazione dell’artista, Balthus decise di concentrare la propria ricerca sull’esplorazione di quel periodo della vita, un momento magico in cui tutto era in divenire e tutto era scoperta, contestualizzato nella luce e nelle pose dei maestri italiani.
In seguito esprimerà il desiderio di tornare in Italia, fino a che nel 1961 non venne nominato direttore dell’Accademia di Francia nella città eterna e dunque si stabilì per ben sedici anni a Roma, più precisamente nella maestosa Villa Medici, sede dell’istituzione di cui era a capo. Non è un caso che oggi, a quindici anni dalla sua scomparsa, negli stessi luoghi che egli viveva come una fortezza dorata, la sua figura venga omaggiata da una grande mostra monografica, talmente consistente da essere stata divisa in due sedi, la prima appunto a Villa Medici, la seconda nella cornice delle Scuderie del Quirinale, da anni scrigno di grandi allestimenti dal respiro nazionale ed internazionale.
Questa mostra non vuole essere da meno, tanto da offrire una panoramica di circa duecento capolavori tra tele, illustrazioni di libri, disegni e fotografie dell’artista e dei suoi studi compositivi, riunite grazie alla collaborazione di importanti collezioni private e dei più famosi musei europei ed americani. Avendo a disposizione due spazi di questa portata, l’allestimento è stato opportunamente separato ragionando su due aspetti emblematici della produzione di Balthus. Alle Scuderie del Quirinale si rende omaggio ai suoi lavori più famosi, seguendo un ordine cronologico che racconta anche ai visitatori meno preparati una storia ricca di dettagli e particolari, in linea con i dipinti del suo protagonista. Vi sono infatti tutti i passaggi salienti della formazione di Balthus, dagli albori come giovane promessa cresciuta nell’ambiente colto e raffinato dell’alta borghesia polacca, alla sua sperimentazione dei principi di composizione e stilizzazione legati all’amore per il Quattrocento italiano, fino alla consacrazione attraverso la riproduzione di scene di interni e di soggetti ricorrenti, soprattutto bambini con i loro giochi, nelle loro pose concentrate ed improbabili. Visitando Villa Medici si coglie invece la possibilità di ammirare una selezione delle opere realizzate dall’artista nel periodo romano proprio in questi luoghi, grazie alle quali si ha la possibilità di approfondire il metodo ed il processo creativo alla base delle opere di Balthus. Si passa attraverso la pratica del lavoro in atelier, l’uso dei modelli – spesso ragazzine -, le ricerche fotografiche alla base della costruzione spaziale di molte tele, gli studi anatomici ed in generale la riproduzione di un mondo fuori tempo, volutamente antimoderno.
Al termine di questo secondo percorso si dispone davvero di tutte le informazioni necessarie a riconoscere e ammirare lo stile di Balthus, da troppo tempo sottovalutato, come ribadito chiaramente dallo storico dell’arte e curatore Jean Clair “Se la storia dell’arte non fosse scritta da imbecilli Balthus avrebbe un posto d’onore nei sussidiari”. Il doppio allestimento permette di avere la nostra epifania, di spalancare i nostri occhi su dipinti sospesi nel tempo, caratterizzati da una disciplina pittorica affascinante per la sua precisione figurativa e allo stesso tempo pervasi da un’enigmaticità legata ai connotati intimi, onirici e domestici dei momenti proposti da Balthus.
“Nutro per l’Italia una tenerezza originaria, fondamentale, innocente. Ma al di là dell’Italia, ciò che amo in essa è la sua capacità di conservare qualcosa dell’unità primitiva, della freschezza delle origini. Sicché posso ritrovare l’Italia anche in un paesaggio cinese, come in esso posso ritrovare le leggi dell’armonia universale che un primitivo senese, per esempio, cercava di rappresentare.”
Balthus
Scuderie del Quirinale / Villa Medici, Roma
24 ottobre 2015 – 31 gennaio 2016
http://www.scuderiequirinale.it/categorie/mostra-balthus
In seguito esprimerà il desiderio di tornare in Italia, fino a che nel 1961 non venne nominato direttore dell’Accademia di Francia nella città eterna e dunque si stabilì per ben sedici anni a Roma, più precisamente nella maestosa Villa Medici, sede dell’istituzione di cui era a capo. Non è un caso che oggi, a quindici anni dalla sua scomparsa, negli stessi luoghi che egli viveva come una fortezza dorata, la sua figura venga omaggiata da una grande mostra monografica, talmente consistente da essere stata divisa in due sedi, la prima appunto a Villa Medici, la seconda nella cornice delle Scuderie del Quirinale, da anni scrigno di grandi allestimenti dal respiro nazionale ed internazionale.
Questa mostra non vuole essere da meno, tanto da offrire una panoramica di circa duecento capolavori tra tele, illustrazioni di libri, disegni e fotografie dell’artista e dei suoi studi compositivi, riunite grazie alla collaborazione di importanti collezioni private e dei più famosi musei europei ed americani. Avendo a disposizione due spazi di questa portata, l’allestimento è stato opportunamente separato ragionando su due aspetti emblematici della produzione di Balthus. Alle Scuderie del Quirinale si rende omaggio ai suoi lavori più famosi, seguendo un ordine cronologico che racconta anche ai visitatori meno preparati una storia ricca di dettagli e particolari, in linea con i dipinti del suo protagonista. Vi sono infatti tutti i passaggi salienti della formazione di Balthus, dagli albori come giovane promessa cresciuta nell’ambiente colto e raffinato dell’alta borghesia polacca, alla sua sperimentazione dei principi di composizione e stilizzazione legati all’amore per il Quattrocento italiano, fino alla consacrazione attraverso la riproduzione di scene di interni e di soggetti ricorrenti, soprattutto bambini con i loro giochi, nelle loro pose concentrate ed improbabili. Visitando Villa Medici si coglie invece la possibilità di ammirare una selezione delle opere realizzate dall’artista nel periodo romano proprio in questi luoghi, grazie alle quali si ha la possibilità di approfondire il metodo ed il processo creativo alla base delle opere di Balthus. Si passa attraverso la pratica del lavoro in atelier, l’uso dei modelli – spesso ragazzine -, le ricerche fotografiche alla base della costruzione spaziale di molte tele, gli studi anatomici ed in generale la riproduzione di un mondo fuori tempo, volutamente antimoderno.