La frattura tra Repubblicani e Democratici si sta sviluppando con modalità scioccanti che addirittura mettono in dubbio i capisaldi della democrazia americana
Sabato migliaia di manifestanti si sono radunati in tutti gli Stati Uniti per chiedere leggi federali che eliminino le restrizioni al diritto di voto vigenti in alcuni Stati attualmente sotto il controllo dei Repubblicani.
Nel giorno dell’anniversario della storica marcia su Washington del 1963 di Martin Luther King Jr., gli organizzatori della manifestazione “March On For Voting Rights” protestano contro le leggi che colpiscono in modo sproporzionato i neri. I tentativi dei Repubblicani di limitare l’accesso al voto sono da mesi al centro di un confronto politico molto serrato negli Stati Uniti, confronto che Joe Biden ha definito “la più importante prova della nostra democrazia dai tempi della Guerra civile”.
Il dibattito sul diritto di voto è iniziato dopo che numerosi Stati a maggioranza repubblicana, in risposta alle accuse di brogli mosse dall’ex Presidente Donald Trump alle ultime elezioni presidenziali, hanno cominciato ad approvare leggi che in teoria avrebbero dovuto rendere più difficili le frodi elettorali, ma che in sostanza riducono notevolmente l’accesso al voto per le fasce più povere della popolazione.
Le varie leggi approvate – o in via di approvazione – limitano il voto via posta o l’uso di buche delle lettere speciali che facilitano il voto, riducono l’assistenza che può essere fornita agli elettori (in Georgia è vietato dare cibo e acqua alle persone in fila per votare, che spesso possono rimanere lì anche ore) e impongono l’obbligo di avere un indirizzo fisso per registrarsi per votare, tutte restrizioni che in genere scoraggiano le fasce più deboli a recarsi a votare.
Biden ha attaccato pesantemente le nuove leggi paragonandole alle cosiddette leggi Jim Crow, che, dopo l’abolizione della schiavitù, permisero la segregazione razziale negli Stati del sud. Nei giorni scorsi alla Camera è stato approvato il John Lewis Voting Rights Advancement Act, un disegno di legge che modifica le leggi repubblicane contro il diritto di voto. Al Senato però i Democratici non hanno i 60 voti necessari per superare l’ostruzionismo dei Repubblicani e quindi il disegno di legge rischia di rimanere impantanato.
Queste iniziative accentuano la preoccupazione della comunità internazionale per la irresponsabilità dell’opinione pubblica americana, che condiziona inevitabilmente le scelte di politica estera. Siamo di fronte a una polarizzazione mai vista prima, senza esclusione di colpi, che addirittura mette in discussione i capisaldi stessi della democrazia.
La frattura tra Repubblicani e Democratici si sta sviluppando con modalità scioccanti che addirittura mettono in dubbio i capisaldi della democrazia americana