In attesa di capire i dettagli e le specificità delle riforme annunciate nel Terzo Plenum del Partito Comunista, l’attenzione si sta concentrando sulla novità che riguarda la creazione di due diversi team, che dovrebbero rispondere direttamente a Xi Jinping. Si tratta di due squadre che dovranno mettere in pratiche le riforme e velocizzare i processi decisionali e una sorta di Consiglio di Sicurezza.

Entrambe le novità vengono lette come una sorta di successo personale di Xi Jinping, che sembra avere definitivamente mandato in soffitta la «gestione collegiale» del Partito, incarnando con il suo carisma una guida solitaria, forte e determinata.
Per quanto riguarda la prima struttura, avrebbe lo scopo di agire direttamente sulle riforme; si tratta di un corpo che risponderà al Partito e a Xi e che ricorda quanto messo in pratica già da Deng Xiaoping, quando ci fu da spingere sulle riforme su finire degli anni 80. Come specificato da Steve Wang, a capo di un think tank sulla Cina di Hong Kong, «anche Deng Xiaoping iniziò il movimento delle aperture economiche, creando un gruppo di lavoro molto potente: non si tratta di una trovata puramente burocratica, bensì una scelta per fare le cose in modo più rapido».
Per quanto riguarda il secondo aspetto, ovvero la creazione di un Consiglio di Sicurezza nazionale, (Guojia anquan weiyuanhui) sembra andare in direzione di un chiaro rafforzamento di Xi Jinping. Come specificato da Gu Su, professore di scienze politiche presso l’Università di Nanchino al South China Morning Post, «Il potere del capo della sicurezza nella gestione delle forze di polizia della nazione e la magistratura è ora passato a Xi».
Per uno Stato che da tempo fa del «mantenimento della stabilità» uno dei suoi punti fermi si tratta di una importante novità: si tratta di un progetto che negli anni passati era già stato preannunciato da Jiang Zemin e poi abortito. All’epoca si ritenne poco cauto affidare a Jiang Zemin anche l’immenso potere del controllo della sicurezza; i tempi sono cambiati e Xi Jinping si è mosso come leader incontrastato all’interno del Partito, offuscando gli altri membri dell’Ufficio centrale del Politburo.
Zhang Lifan, un commentatore politico di Pechino, ha detto al South China Morning Post che il comitato è destinato a riequilibrare il potere tra i gruppi di interesse, permettendo ancor più a Xi di lavorare attraverso uno «stile autoritario top-down».
A parte Xi, il comitato di sicurezza dovrebbe includere il capo della sicurezza Meng Jianzhu, il consigliere politico Wang Huning, il vice segretario generale del Consiglio di Stato Wang Yongqing, oltre a Chen Li, il vice direttore della propaganda dalla Commissione Centrale per le Politiche e la legge del Partito Comunista.
In attesa di capire i dettagli e le specificità delle riforme annunciate nel Terzo Plenum del Partito Comunista, l’attenzione si sta concentrando sulla novità che riguarda la creazione di due diversi team, che dovrebbero rispondere direttamente a Xi Jinping. Si tratta di due squadre che dovranno mettere in pratiche le riforme e velocizzare i processi decisionali e una sorta di Consiglio di Sicurezza.