Mattarella chiama Mario Draghi a svolgere la sua missione di guidare il Paese fuori dalla pandemia, dopo aver preso atto che la politica si è dimostrata rissosa e immatura. "Whatever it takes"...
Mattarella chiama Mario Draghi a svolgere la sua missione di guidare il Paese fuori dalla pandemia, dopo aver preso atto che la politica si è dimostrata rissosa e immatura. “Whatever it takes”…
L’ex Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi a Francoforte, Germania, 12 settembre 2019. REUTERS/Ralph Orlowski
Mario Draghi torna sulla scena, stavolta per salvare non l’Europa ma l’Italia. L’ex governatore della Bce è il premier incaricato di un Governo di “larghe intese” o istituzionale (che è più o meno la stessa cosa), capace di unificare tutti i partiti nella difficile stagione che ci attende, quella della ricostruzione e della gestione del Recovery Fund. Qualcuno paragona la sua missione a quella del Governo Monti del 2011. In realtà le differenze storiche sono notevoli, anche se entrambi appartengono alla categoria, diciamo così, dei patres patriae, dei salvatori della patria. Ma se il rettore emerito della Bocconi, quasi “incoronato” premier dall’allora Presidente Napolitano con il sigillo di senatore a vita, costrinse il Paese a una drastica cura fiscale per uscire dalla tempesta finanziaria internazionale in cui era precipitata, Draghi avrebbe il compito di gestire la messe di miliardi posti a disposizione dell’Unione europea, un compito certamente molto più “popolare”, anche se altrettanto gravoso.
Una missione in fondo analoga e complementare a quella del suo “quantitative easing”, l’immissione di liquiditàdel sistema finanziario dell’eurosistema, il famoso bazooka (ancora imbracciato dall’attuale governatrice Lagarde). Certamente i due possono essere assimilati a quegli uomini della riserva nobile – quasi tutti provenienti da Bankitalia – a disposizione del Quirinale, chiamati a intervenire laddove la politica fallisce (come lo furono Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini o come avrebbe potuto esserlo Carlo Cottarelli).
Renzi aveva proposto Draghi come Ministro dell’Economia (che è come mettere Carlo Cracco in una brigata di cucina comandata da un pizzaiolo). In realtà, dietro la foglia di Fico del dibattito sui programmi, l’ex premier fiorentino lo ha usato semplicemente come spauracchio contro Di Maio e Zingaretti. Anche Berlusconi ha fatto il suo nome come condizione per rientrare in scena. La Meloni lo cita di continuo e Salvini è più cauto (teme che ad approfittarne all’interno della Lega sia Giorgetti, che gode della fiducia dell’ex governatore della Bce). Mattarella lo ha tenuto fuori dai giochi di potere. Poi, preso atto che la politica è incapace di svolgere quella funzione di costruttore cui si era appellato nel discorso di fine anno, lo ha convocato al Quirinale per la sua missione di “politica alta”.
Ora sembra tutto più facile, super Mario prenderà in mano il Paese per la ricostruzione, “whatever it takes”, sulle macerie del Paese e di una politica rissosa non ancora matura dopo 75 anni di Repubblica. E tutto ciò lascia un fondale di amarezza sul palcoscenico del nuovo inquilino di Palazzo Chigi.
Mattarella chiama Mario Draghi a svolgere la sua missione di guidare il Paese fuori dalla pandemia, dopo aver preso atto che la politica si è dimostrata rissosa e immatura. “Whatever it takes”…
L’ex Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi a Francoforte, Germania, 12 settembre 2019. REUTERS/Ralph Orlowski
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