Comincia il campionato europeo di calcio per nazioni. Alcune tensioni geopolitiche si ripresentano anche sui campi di gioco
Sono iniziati venerdì scorso allo Stadio Olimpico di Roma gli Europei di calcio del 2021. Quest’edizione, posticipata di un anno e segnata dall’emergenza sanitaria, è la prima itinerante e sarà ospitata in 11 diverse città europee, sette facenti parte dell’Unione europea (Amsterdam, Bucarest, Budapest, Copenaghen, Monaco e Siviglia) e quattro fuori dai confini Ue: Baku, Glasgow, Londra e San Pietroburgo.
Dopo le polemiche ingenerate dal goffo tentativo di creare una SuperLegaeuropea delle squadre di club, era importante verificare la passione sportiva in un torneo per le squadre nazionali, organizzato appunto in modo diffuso e non concentrato, dopo 18 mesi di lockdown forzato dalla pandemia.
Come ogni evento sportivo importante, non sono pochi i risvolti politici e geopolitici interessanti. Ne abbiamo già avuto un assaggio nei giorni scorsi, quando è bastata una maglietta, quella della nazionale ucraina, a scatenare un piccolo caso diplomatico. La casacca in questione, infatti, raffigura una mappa dei confini nazionali, includendo anche la Crimea, e riporta all’interno il motto nazionalista: Gloria agli eroi. La mossa ha scatenato l’ira dei Russi e la Uefa ha chiesto alla Federazione ucraina di rimuovere quanto meno la scritta interna. In base agli incroci del tabellone, anche se improbabile, un incontro tra le due nazionali sarebbe possibile nei quarti di finale.
Sul fronte italo-turco, non si sono registrate querelle particolari, dopo che Draghi mesi fa ha definito Erdogan un dittatore. La prima partita del torneo, vinta all’Olimpico dall’Italia per 3-0, non ha scatenato polemiche degne di nota. I due leader politici non erano allo stadio. Tra l’altro il Presidente Erdogan, appassionato di calcio, possiede una propria squadra di club: il Basaksehir, che ha i colori arancio e nero dell’Akp, il suo partito. Le due tifoserie hanno anzi fraternizzato allo stadio. Io stesso, che ero presente, ho ricevuto da molti turchi attestati di simpatia e di riconoscimento della superiorità tecnica della nazionale italiana, a conferma di una vicinanza sentita e spontanea dei cittadini turchi con noi europei meridionali, che non corrisponde certamente alle distanze di questi ultimi anni tra le classi dirigenti.
Mercoledì si gioca a San Pietroburgo Russia-Finlandia. Sin dall’indipendenza, in seguito al crollo dell’Impero Russo nel 1917, Helsinki ha sempre avuto una relazione piuttosto complessa con Mosca. I rapporti, nel corso dei decenni, hanno attraversato fasi molto burrascose e tutti i Governi della Finlandia hanno posizioni molto guardinghe nei confronti dell’ingombrante vicino. Per i gufi reali si tratta di una prima assoluta; la nazionale di calcio finlandese non aveva partecipato a nessuna competizione calcistica di rilievo fino a oggi.
Occhi puntati anche su Inghilterra-Scozia, che si giocherà venerdì nello stadio di Wembley. La classicissima del calcio UK assume un significato non solo sportivo, alla luce delle nuove pulsioni indipendentiste scozzesi. Quasi il 50% degli Scozzesi, dopo il disastro Brexit, vorrebbe un nuovo referendum per sganciarsi da Londra e ritornare nell’Unione europea. Sul campo, però, non dovrebbe esserci storia.
Comincia il campionato europeo di calcio per nazioni. Alcune tensioni geopolitiche si ripresentano anche sui campi di gioco
Sono iniziati venerdì scorso allo Stadio Olimpico di Roma gli Europei di calcio del 2021. Quest’edizione, posticipata di un anno e segnata dall’emergenza sanitaria, è la prima itinerante e sarà ospitata in 11 diverse città europee, sette facenti parte dell’Unione europea (Amsterdam, Bucarest, Budapest, Copenaghen, Monaco e Siviglia) e quattro fuori dai confini Ue: Baku, Glasgow, Londra e San Pietroburgo.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica