Hong Kong: l’annuncio di Facebook dopo la risoluzione cinese
Facebook si ritira dalla costruzione di un cavo sottomarino di Internet che avrebbe collegato la California a Hong Kong: non vuole che la Cina possa accedervi
Facebook si ritira dalla costruzione di un cavo sottomarino di Internet che avrebbe collegato la California a Hong Kong: non vuole che la Cina possa accedervi
Ieri in Cina il Congresso nazionale del popolo, ovvero il Parlamento monocamerale del Paese, ha approvato una risoluzione per la riforma del sistema elettorale di Hong Kong che avrà l’effetto di aumentare il controllo politico di Pechino sulla regione, marginalizzando le forze di opposizione che chiedono al contrario un’apertura democratica.
Il testo della risoluzione non è stato ancora pubblicato, ma l’agenzia di stampa cinese Xinhua – come riportato dal South China Morning Post – ha fornito alcuni dettagli del nuovo sistema. Ad esempio, il comitato elettorale che si occupa di selezionare il capo esecutivo di Hong Kong verrà ampliato per permettere l’inclusione di trecento membri fedeli alle autorità centrali. Verrà inoltre istituito un meccanismo per la verifica della lealtà a Pechino dei candidati alle elezioni, in modo da garantire che la città venga amministrata da “veri patrioti”. Così li aveva definiti nei giorni scorsi Wang Cheng, uno dei più alti funzionari del Congresso nazionale del popolo.
Sono tutte misure che, secondo Pechino, permetteranno la creazione di un “sistema elettorale democratico con caratteristiche hongkonghesi” e garantiranno la sicurezza nazionale. Nei fatti, però, la riforma andrà a togliere spazio alla rappresentanza e alle opposizioni pro-democrazia.
Il contesto interno
Il Regno Unito – di cui Hong Kong è stata colonia, fino alla restituzione alla Cina nel 1997 – ha detto che la riforma elettorale rappresenta l’ennesimo attacco ai diritti e alle libertà della città, che gode formalmente dello status di regione amministrativa speciale. Ma dopo le proteste dei movimenti democratici del 2019, la Cina si è mossa per limitare sempre più l’autonomia di Hong Kong.
L’episodio più significativo è stato l’annuncio, un anno fa, di una nuova legge sulla sicurezza nazionale che ha assicurato a Pechino un maggiore controllo diretto sugli affari di Hong Kong, specie per quanto riguarda la repressione del dissenso. Attraverso la legge sulla sicurezza, per esempio, le autorità centrali hanno potuto – solo il mese scorso – arrestare e detenere decine dei principali rappresentanti del movimento pro-democrazia con l’accusa di sovversione.
Per capire il quadro generale in cui si inseriscono le strette della Cina alle libertà di Hong Kong – prima con la legge sulla sicurezza nazionale, ora con la riforma del sistema elettorale – bisogna tenere conto soprattutto di una cosa: la priorità interna del Partito comunista cinese è la tutela dell’unità nazionale dalle possibili spinte secessioniste, a Hong Kong come altrove (Xinjiang, Tibet).
Il cavo Internet sottomarino di Facebook
Gli Stati Uniti hanno parlato della riforma del sistema elettorale come di un “attacco diretto” alla semi-autonomia di Hong Kong. Il Segretario agli affari esteri del Regno Unito, Dominic Raab, ha detto che la risoluzione danneggia la fiducia internazionale nella Cina. In effetti la progressiva rimozione della “specialità” di Hong Kong – un importante polo finanziario mondiale, tra le altre cose – sta avendo delle conseguenze di tipo geopolitico.
L’azienda tecnologica americana Facebook ha fatto sapere di essersi ritirata dalla costruzione di un cavo sottomarino di Internet che avrebbe collegato la California a Hong Kong, passando per l’Oceano Pacifico. Il nome del progetto è Hong Kong-Americas (HKA) e il motivo della rinuncia non è economico, ma di sicurezza nazionale.
I cavi sottomarini in fibra ottica sono infatti delle infrastrutture di telecomunicazione dal valore strategico enorme: al loro interno passa circa il 95% dei dati scambiati via Internet. Gli Stati Uniti non vogliono che la Cina, il loro principale contendente, possa accedervi. E visto il controllo sempre maggiore di Pechino su Hong Kong, la città non viene più considerata uno sbocco sicuro.
Già lo scorso settembre, per le stesse motivazioni, sempre Facebook aveva rinunciato a un altro cavo sottomarino – il Pacific Light Cable Network, assieme a Google – tra gli Stati Uniti e Hong Kong.
Facebook si ritira dalla costruzione di un cavo sottomarino di Internet che avrebbe collegato la California a Hong Kong: non vuole che la Cina possa accedervi
Ieri in Cina il Congresso nazionale del popolo, ovvero il Parlamento monocamerale del Paese, ha approvato una risoluzione per la riforma del sistema elettorale di Hong Kong che avrà l’effetto di aumentare il controllo politico di Pechino sulla regione, marginalizzando le forze di opposizione che chiedono al contrario un’apertura democratica.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Abbonati per un anno a tutti i contenuti
del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di
geopolitica